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laBconsulenze a Riccione per continuare a innovare

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Dal 19 al 21 settembre 2024, il gruppo sarà presente alla 43esima edizione de “Le Giornate di Polizia Locale e Sicurezza Urbana”.

Nello spazio espositivo è previsto anche un ricco programma di workshop in via di ufficializzazione.

Anche la 43esima edizione de “Le Giornate di Polizia Locale e Sicurezza Urbana”, in programma dal 19 al 21 settembre a Riccione, vedrà tra i maggiori protagonisti il gruppo laBconsulenze, presente al Palazzo dei Congressi per condividere innovazioni tecnologiche, servizi a elevato valore aggiunto e prodotti, con particolare attenzione a soluzioni intelligenti in grado di agevolare l’iter di digitalizzazione della Polizia Locale e della Pubblica Amministrazione.

Il gruppo si appresta a stupire ancora, all’insegna dell’innovazione e del miglioramento continuo.

I contenuti proposti abbracciano a tutto tondo gli interessi delle forze di polizia e degli enti locali. Il gruppo laBconsulenze conta su un importante portafoglio di tecnologie e servizi e su una esperienza solida, più che trentennale. È uno dei pochi player in Italia in grado di proporsi come fornitore unico della Pubblica Amministrazione nel settore dell’erogazione di servizi integrati per la gestione del ciclo sanzionatorio riferito alle infrazioni al Codice della Strada (dall’impianto dei dispositivi sino allo sviluppo del software) e per la gestione dei tributi, delle entrate patrimoniali e delle aree di sosta a pagamento.

A Riccione il gruppo laBconsulenze si proporrà anche come opinion maker. È in via di ufficializzazione un programma di workshop e seminari, che si svolgeranno nell’area espositiva L30-31-46-47. Saranno affrontate tematiche di grande interesse, con prestigiosi relatori.

Il primo appuntamento autunnale con il gruppo laBconsulenze, dunque, è al Palazzo dei Congressi di Riccione dal 19 al 21 settembre 2024, in vista dell’evento nazionale PolMeeting che si terrà a Cosenza in ottobre.

Giornata di studi sul Codice della strada

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A Sulmona, in provincia dell’Aquila, incontro sulle ultimissime novità del Codice della strada con Infopol e l’Associazione Professionale Polizia Locale d’Italia.

Due le sessioni di studio con il relatore Maurizio Marchi.

Prima dell’inizio dei lavori i saluti del Sindaco Gianfranco Di Piero e del Comandante della Polizia Locale di Sulmona Domenico Giannetta.

Intervento anche di Ivano Leo, Presidente Nazionale Associazione Professionale Polizia Locale d’Italia.

Carta tachigrafica e patente: cosa fare se i numeri non coincidono?

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Abbiamo fermato un autista della Slovacchia e dal controllo documentale effettuato è emerso che la sua la patente ha un numero diverso rispetto a quello riportato sulla carta tachigrafica. Si chiede se tale situazione sia sanzionabile e, in caso di risposta positiva, quale procedura applicare.

Per quanto concerne la fattispecie in esame, il ministero dell’Interno, basandosi sulle risultanze, ha puntualizzato con la recente circolare del 30 gennaio 2024, che le norme di riferimento in materia sono il regolamento n. 165/2014 (articolo 26) e il decreto interministeriale del 19 ottobre 2021 (articolo 4) in cui si fissano le modalità di rilascio delle carte tachigrafiche.

Nel regolamento citato si evince che la carta tachigrafica è valida cinque anni e che deve essere identificata in modo univoco dal codice dello Stato membro di rilascio e dal numero della carta composto da 16 caratteri alfanumerici, affinché sulla base di questi elementi si possa avere certezza di identificare il conducente. Il decreto citato prevede, inoltre, che deve essere riportato il numero della patente al momento del rilascio, ma visto che la carta vale, come detto, cinque anni, è possibile che in questo lasso di tempo la patente venga rinnovata, che il numero non corrisponda più a quello riportato sulla carta, che invece rimane valida e che dispone di tutti gli elementi che consentono, comunque, di identificare l’autista.

La circolare ricorda, inoltre, che attraverso la banca dati “Tachonet”, creata con regolamento n. 1503/2017, è stata resa operativa, al fine di affinare i controlli, l’interconnessione dei database delle carte tachigrafiche rilasciate dagli Stati membri. Di conseguenza, dal combinato delle disposizioni sopra citate, il ministero ritiene che la non corrispondenza del numero di patente riportato sulla carta del conducente con quello della patente posseduta ed esibita al momento del controllo, non possa essere oggetto di sanzione.

Strade cittadine: sono tutte comunali?

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Mi trovo in una situazione curiosa. Davo per scontato che le strade cittadine fossero tutte comunali, invece ho scoperto che alcune, seppure a tutti gli effetti strade a uso pubblico, risultano a catasto terreni privati seminativi, anche se ormai presenti da più di mezzo secolo. Come e chi deve ovviare a tale anomalia e come fare in modo attivare tale procedura di regolarizzazione? Ringrazio per la cortese attenzione. Saluti.

Le strade esterne all’abitato e destinate prevalentemente al servizio dell’agricoltura, sono definite “vicinali” (cfr. A.M. Sandulli, Manuale di diritto amministrativo, Novene, Napoli, II, pag. 813). Esse vengono formate mediante conferimento di suolo dai vari proprietari, dando luogo a una comunione per la quale il godimento non è iure servitutis, ma iure proprietatis, in quanto tutti gli utilizzatori hanno contribuito alla loro apertura. Le porzioni di suolo conferito, pertanto, non restano nella proprietà individuale di ciascuno dei proprietari conferenti, ma danno luogo alla formazione di un nuovo bene, oggetto di comunione e goduto da tutti in base a un comune diritto di proprietà.
La materia è attualmente regolata dalla legge 20 marzo 1865 n. 2248, dal decreto legislativo Luogotenenziale 1° settembre 1918 n. 1446 e dalla legge 12 febbraio 1958 n. 126. Ai sensi della legge 20 marzo 1865 n. 2248 allegato F, la riparazione e la conservazione delle strade vicinali è a carico degli utente. Il municipio può essere tenuto a concorrere alle spese per le strade vicinali più importanti (art. 51).
Le strade vicinali, sempre di proprietà privata, possono essere soggette a uso privato o pubblico; devono ritenersi strade vicinali soggette a uso pubblico le vie agrarie che, originariamente di natura privata, siano state successivamente aperte al pubblico transito, anche se non classificate come tali e non inserite nell’elenco delle strade pubbliche. L’uso pubblico, infatti, non può essere affermato solo sulla base dell’iscrizione della strada nell’elenco formato dalla pubblica amministrazione delle vie gravate di uso pubblico, in quanto lo stesso non ha natura costitutiva, ma meramente dichiarativa.

Affinché una strada vicinale possa considerarsi di uso pubblico devono sussistere:
1) Il passaggio esercitato a seguito di costituzione di servitù pubblica da una collettività di persone qualificate dall’appartenenza ad un gruppo territoriale, quale ad esempio un comune o una frazione;
2) la concreta idoneità della strada a soddisfare esigenze di pubblico interesse quale, ad esempio, il collegamento con la pubblica via;

3) un titolo valido a sorreggere l’affermazione di uso pubblico.

Si conferma che le strade vicinali aperte al pubblico passaggio, ancorché private e non inserite nell’elenco delle strade pubbliche, sono da considerarsi a tutti gli effetti a uso pubblico e pertanto, ai sensi dell’art. 37 c. 1 lett. c) del vigente Codice della strada (DLg n. 285/1992), e secondo la definizione di cui all’art. 2 c. 5 lett. D), ultimo periodo, del medesimo, al Comune spetta l’apposizione e la manutenzione della relativa segnaletica. (f.d.)

Comuni: aumentano le criticità, 470 in stato di crisi

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Close-up of a person's hand stamping with approved stamp on document at desk.

Ricerca della Fondazione nazionale dei Commercialisti. I dati di sintesi riportati in una nota diffusa alla stampa: 257 gli enti locali in predissesto e 213 quelli in dissesto. Nettamente più alto il numero di casi al Sud e nei piccoli Comuni.

470 comuni italiani (il 6% del totale) in stato di crisi (257 in predissesto e 213 in dissesto), concentrati prevalentemente al Sud, con una tendenza alla crescita dopo gli anni della crisi pandemica. È la fotografia scattata dalla Fondazionale nazionale dei commercialisti nel documento “Lo stato di crisi degli enti locali: evoluzioni e prospettive” nella quale i dati, elaborati in base alle rilevazioni più recenti ottenute da varie fonti (Banca dati delle amministrazioni pubbliche – BDAP, Banca dati sulle criticità finanziarie dei Comuni italiani – Istituto per la Finanza e l’Economia locale – IFEL, Corte dei conti, Ministero dell’Interno), indicano una ripresa, negli ultimi anni, dei fenomeni di criticità finanziaria, evidenziata in primo luogo dal quadro offerto delle diverse situazioni di deficit e confermata dalla dinamica dei dissesti. Per il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio “la normativa attuale è inadeguata. Con il disegno di legge sulla revisione delle leggi sull’ordinamento degli enti locali vanno rafforzati i controlli nei Comuni sotto i 15mila abitanti e gli strumenti per l’emersione tempestiva delle situazioni di squilibrio”.

GLI ENTI IN PREDISSESTO

Secondo quanto emerge dalle elaborazioni dei commercialisti – aggiornate all’aprile di quest’anno – tra le 257 procedure di predissesto attualmente aperte prevalgano nettamente quelle concentrate al Sud (68%) rispetto al Centro (16%) e al Nord (16%). Su tutti spiccano i dati di Campania e Sicilia (43 comuni coinvolti in ciascuna delle due regioni, pari al 34% del totale). 36 quelli in Calabria (14%), 35 nel Lazio (14%) e 22 in Puglia (9%). Il numero dei Comuni coinvolti si riduce invece drasticamente in alcune regioni del Centro-Nord (2 in Emilia-Romagna e solo 1 in Trentino Alto-Adige, Marche e Veneto).

Dalla ricerca dei commercialisti emerge anche che il 53% degli enti in predissesto ha una popolazione inferiore a 5.000 abitanti (di cui il 28% di enti con popolazione inferiore a 2.000 abitanti) e si concentra per quasi il 50% nell’area geografica Sud, mentre il 46% è raggruppato nelle classi con popolazione compresa tra i 5.000 e i 100.000 abitanti, anche in questo caso concentrato per il 44% al Sud. Solo il 2% degli enti si colloca nelle classi demografiche con popolazione superiore a 100.000 abitanti e si tratta di capoluoghi di provincia situati prevalentemente al Sud (Alessandria, Andria, Avellino, Brindisi, Imperia, Lecce, Messina, Napoli, Palermo, Pescara, Potenza, Rieti). Il dato delle procedure al Nord, che rappresentano il 12%, è concentrato nei Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.

GLI ENTI IN DISSESTO

Il fenomeno dei 213 Comuni in dissesto interessa 13 regioni ed è concentrato in Campania con 47 casi (22%), Calabria con 52 (24%) e Sicilia con 69 (32%). Interessanti anche i dati di Lazio (15), Puglia (8) e Abruzzo (7). I dati percentuali rappresentano anche in questo caso una concentrazione maggiore di dissesti nelle regione del Sud e in Sicilia: attraversando lo stivale si nota che in alcune regioni del Nord-Ovest (Valle d’Aosta), del Nord-Est (Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna e Veneto), del Centro (Umbria) e in Sardegna non si rilevano situazioni di default, mentre l’area meridionale (Sud-Ovest) e insulare (Sicilia) rappresentano un’area che incorpora circa il 90% degli enti dissestati, molti dei quali ormai cronici.

I dati regionali esaminati nel periodo 2012-2024, oltre ad evidenziare i casi di 5 enti che hanno dichiarato il dissesto da quasi 10 anni (quindi ben oltre la durata prevista dalla norma), mostrano un incremento di dissesti nell’arco temporale 2018-2023 con un andamento altalenante ossia un picco nel 2019 (35), un leggero calo nel biennio 2020-2021 per effetto delle misure straordinarie Covid e una ripresa nel 2023 (29).

Come per i predissesti, anche per questa fattispecie quasi il 45% dei casi riguarda enti con popolazione inferiore a 5.000 abitanti (e fra questi il 24% rappresentato enti con popolazione inferiore a 2.000 abitanti), mentre il 55 % è raggruppato nelle classi con popolazione compresa tra i 5.000 e i 99.999 abitanti. Nei Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti l’unico Comune capoluogo di provincia è Catania.

LE PROPOSTE DEI COMMERCIALISTI

“Il quadro delineato da questa ricerca – afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio – mostra l’importanza strategica di individuare procedure operative in grado di garantire la continuità dell’attività dell’organizzazione o dell’ente. Urgenza che, nel caso dei Comuni, è accresciuta dal fatto che il dissesto, oltre a ostacolare la ordinata estinzione dei debiti e, dunque, la salute economica dei fornitori a vario titolo, interrompe il funzionamento democratico dell’ente locale e la continuità degli organi eletti”.

“È ormai nota – aggiunge – l’inadeguatezza a farvi fronte da parte delle regole attuali del predissesto: i vari interventi normativi che sono stati introdotti in maniera disomogenea negli ultimi anni hanno creato ancor più confusione in una materia che richiede un intervento armonico e strutturale necessario a porre rimedio ad un funzionamento imperfetto di tutta la catena di regole che dovrebbero prevenire il manifestarsi del default”.

In vista della possibile prossima pubblicazione dello schema di disegno di legge sulla revisione delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, i commercialisti avanzano alcune proposte. Innanzitutto, quella di una revisione dei parametri di deficitarietà e degli istituti attraverso l’individuazione di indicatori più stringenti in grado di far emergere tempestivamente situazioni di squilibrio e di rispondere alla loro funzione di allarme preventivo sulla situazione contabile degli enti. I professionisti propongono anche l’introduzione di un “rating della salute finanziaria” e un rafforzamento dei controlli nei Comuni con meno di 15.000 abitanti, ampliando il numero di enti per i quali l’organo di revisione deve essere previsto in forma collegiale in base alla soglia demografica”.

In provincia di Nuoro il 22esimo Convegno Regionale di Aspol

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È in corso a Cardedu, in provincia di Nuoro, il 22esimo Convegno Regionale di Aspol. Tanti i temi che saranno trattati da oggi fino a venerdì 14 giugno: intelligenza artificiale, infortunistica, segnaletica, codice dei contratti pubblici e numerose altre tematiche.

Domani, giovedì 13 giugno, sono previsti gli interventi, tra gli altri, del professor Ugo Terracciano e del Comandante di Polizia Locale di San Donato Milanese Ferdinando Longobardo.

Venerdì attese le relazioni del direttore dell’agenzia regionale della protezione civile del Lazio Carmelo Tulumello e di Domenico Giannetta, Comandante della Polizia Locale di Sulmona.

Il programma completo è sul sito dell’Aspol.

Provincia di Lecce, Comando di PL intitolato a Francesco Fanfani

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Il Comando di Polizia Locale di Melendugno, in provincia di Lecce, intitolato al compianto Comandante Ten. Francesco Fanfani. La decisione in una delibera del 4 giugno 2024 scorso dell’Amministrazione comunale della cittadina pugliese, in sede di consiglio.

Titolare il Comando di Polizia Locale al Comandante Fanfani, per l’Amministrazione comunale di Melendugno, non è un punto di partenza, ma di continuità, nel riconoscere e apprezzare le funzioni e l’operato svolto dalla Polizia Locale. Così il Sindaco Maurizio Cisternino ha iniziato il suo intervento. Ha, inoltre, raccontato che il Ten. Francesco Fanfani, proveniente dalle gloriose fiamme gialle, a seguito di pubblico concorso per il profilo professionale di “capo guardia” col grado di sottotenente, ha assunto il comando del corpo delle guardie municipali – così allora definite -, nel lontano 1965. Egli è stato il primo a coprire il ruolo di Comandante nel Comune di Melendugno, apportando, da subito, le necessarie modifiche gestionali e operative, indispensabili per la conduzione del settore, in primis in ambito giudiziario e investigativo. 

Il Comandante Fanfani seppe, con riconosciuta professionalità e capacità operativa, affrontare il fenomeno dell’abusivismo edilizio, uno dei settori giudiziari e penali che lo videro impegnato con la sua squadra in azioni investigative e repressive, con sequestri giudiziari e successivi abbattimenti di fabbricati di non facile attuazione a quei tempi. Non tardarono le minacce e le ritorsioni in conseguenza. 

Il Corpo guidato dal Comandante Fanfani, inoltre, anche grazie all’inserimento di nuove leve, negli anni seppe affrontare, con riconosciute capacità l’abusivismo commerciale in tutte le sue articolazioni, come pure l’evolversi dell’incidentalità stradale, con le professionalità e competenze operative del caso. Nel racconto del Sindaco, fu un’ottima pianificazione e un assiduo controllo capillare fin nelle aree periferiche delle Marine melendugnesi, a portare, in breve, a risultati inimmaginabili, scongiurando il proliferare delle vendite commerciali al limite della legalità, dalla sofisticazione degli alimenti deperibili, alla contraffazione in genere che in quegli anni aveva iniziato a insinuarsi, fino al contrabbando di sigarette, liquori e altro.

Consapevoli di interpretare il pensiero della collettività melendugnese e di quanti hanno avuto l’occasione di conoscere l’uomo, oltre che il funzionario, il Comune ha deciso di onorare la memoria del Comandante Ten. Francesco Fanfani con la seguente motivazione:

Il comandante Ten. Francesco Fanfani ha tenuto la direzione del corpo di Polizia Locale dal 12 gennaio 1970 al 1° aprile 2005 con esemplare dedizione al lavoro, svolto con competenza, rigore, professionalità e grande abnegazione, riconosciuta non solo dall’Amministrazione comunale di Melendugno, ma anche dai quanti lo hanno conosciuto come collega, amico, buon padre di famiglia esemplare. Persona sempre disponibile ma, al tempo stesso, di apprezzato rigore professionale svolto con professionalità, gentilezza e determinazione, ha onorato la divisa portata con fierezza e dignità. Il comandante Ten. Francesco Fanfani è stato sempre un punto di riferimento per l’intera nostra comunità e noi oggi e per sempre vogliano ricordarlo denominando questi uffici: Comando di Polizia Locale Ten. Francesco Fanfani.

Arma dei Carabinieri, oggi i 210 anni dalla fondazione

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Oggi è un giorno speciale: si celebra il 210° Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Nell’occasione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato al Comandante Generale, Gen. C.A. Teo Luzi, un messaggio denso di significati.

“Nel giorno in cui l’Arma dei Carabinieri celebra il 210° anniversario della fondazione – scrive il Presidente – la Bandiera di guerra riceverà la dodicesima Medaglia d’oro al valor civile, a testimonianza del lungo percorso compiuto sin dalla nascita dell’unità d’Italia e, da quel momento, protagonista nei passaggi che hanno caratterizzato la storia del Paese. Desidero, anzitutto, rivolgere un riconoscente pensiero alla memoria di tutti i Carabinieri che, in Patria o fuori dai confini nazionali, hanno perso la vita nell’adempimento del dovere e un deferente saluto alla Bandiera.

Il momento storico che l’Italia e l’Europa stanno vivendo sollecita più che mai i valori di fedeltà alla Repubblica e di abnegazione di cui l’Arma ha saputo essere interprete.

La sfida alla pace, la tutela delle libertà della nostra convivenza civile, vedono i Carabinieri operare nella duplice proiezione da un lato nelle crisi internazionali, dall’altro nel presidio offerto sul Territorio nazionale dalla rete delle Stazioni.

La lotta alla criminalità organizzata, essenziale per la garanzia della legalità, concorre in modo significativo alla coesione della società italiana.

Sono tutti campi che reclamano esigente impegno per le donne e gli uomini dell’Arma.

Nel manifestare a tutti i Carabinieri in servizio e in congedo i sentimenti di gratitudine della comunità nazionale, formulo in questo giorno di festa, a voi e alle vostre famiglie, i più fervidi auguri.

Viva l’Arma dei Carabinieri, viva le Forze Armate, viva la Repubblica!”.

Recuperati sei veicoli confiscati per mancanza di copertura assicurativa

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Dall’inizio dell’anno il Reparto della Polizia Locale di Rifredi, Firenze, ha individuato 40 mezzi diventati di proprietà dell’Agenza del Demanio

Continuano gli interventi della Polizia Municipale di Firenze per il recupero di veicoli confiscati. “Dall’inizio di maggio – si legge in una nota stampa siglata (mf), diffusa sul sito del Comune alcuni giorni fa – gli agenti del Reparto di Rifredi hanno rintracciato sei veicoli. Si tratta di mezzi che, dopo il sequestro amministrativo per mancanza di copertura assicurativa, erano stati affidati in custodia al proprietario che però non aveva pagato la sanzione nei tempi previsti e quindi la Prefettura aveva disposto e notificato la confisca. Recuperare questi veicoli non è semplice visto che, nella maggior parte dei casi, i proprietari sono diventati irreperibili o non si rendono disponibili a cedere il veicolo”.

Nonostante le difficoltà, gli agenti del Reparto di Rifredi, proseguono con successo questa attività. Gli ultimi sei mezzi individuati sono un furgone in ottime condizioni, un ciclomotore, due motoveicoli e altrettante auto.

“Da inizio anno sono 40 i veicoli confiscati recuperati ai proprietari dalla Polizia Municipale con ordinanza della prefettura. Per tutti è previsto la vendita tramite asta con il ricavato versato all’Agenzia del Demanio”.

(Foto tratta dal profilo Facebook ufficiale del Comune di Firenze)

Quirinale: le iniziative per il 78° anniversario della Repubblica

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 78° anniversario della Repubblica, ha invitato il 1° giugno i Capi Missione accreditati in Italia al Concerto eseguito al Quirinale dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta dal Maestro Michele Gamba.

Il Concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Uno, a partire dalle 17.50 e sarà aperto dal saluto del Presidente Mattarella.

Domenica 2 giugno, il Presidente Mattarella, alla presenza delle più alte cariche Istituzionali, renderà omaggio all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto.

Successivamente riceverà, in Via di San Gregorio, la presentazione dei Reparti schierati per la rivista e assisterà dalla tribuna presidenziale di via dei Fori Imperiali alla tradizionale Parata Militare.