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Venezia sommersa vista dagli occhi di una Guardia

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E’ difficile spiegare cos’è stata la notte scorsa. Doveva essere una marea straordinaria nella sua normalità: una cosa con cui i veneziani convivono da sempre. Ai piani terreni e nei negozi si tratta di alzare i macchinari, posizionare paratie, sperare che gli impianti elettrici e gli elettrodomestici industriali siano abbastanza alti da evitare il peggio. Il Comune sa quante Guardie, Operatori Ecologici e di Protezione Civile servono per i punti più critici, le Sale Operative conoscono i ponti bassi dove i mezzi di soccorso possono avere difficoltà a passare.

Ieri non è stato così. O meglio, lo è stato fino alle 22 circa, quando un vento spaventoso, ad oltre 100 km orari, si è abbattuto sulla città già alle prese con una marea che sfiorava i 170 cm sul livello del mare- per i profani, significa quasi un metro d’acqua a San Marco e l’80% della città coperta di circa 25 cm –  ed è stato il delirio. L’acqua ha sorpassato le paratie ed invaso negozi ed appartamenti, si è abbattuta sulle strade come un fiume sradicando edicole, ombrelloni, tavoli, arredi urbani. I natanti in mezzo la laguna sono diventati marionette nelle mani del dio Nettuno, che ha pensato bene di spedirne qualcuno sulla terraferma, in piena Riva degli Schiavoni, e di sferzare le Zattere ed il lato cittadino esposto al mare con onde in grado di abbattere pontili ed ormeggi.

Nei negozi e nelle case, le pompe, si, le pompe, come sulle navi in procinto di affondare, hanno cercato di respingere l’acqua fino a quando gli impianti elettrici non sono stati raggiunti dagli schizzi ed i salvavita, attivatisi, hanno staccato la corrente, sia pubblica che privata. Al buio, con la merce che navigava all’interno, i negozianti hanno con i secchi tentato di proteggere frigoriferi ed altri impianti dal sale marino, mentre nelle strade l’acqua, ormai arrivata oltre il mezzo metro, rendeva difficile muoversi a chi tentava di raggiungere conoscenti nei guai. Non dimenticherò mai quel mio amico che, vedendomi arrivare ad aiutarlo in mezzo a tutto questo, mi si è gettato in lacrime per un abbraccio durato il tempo di una pacca sulla spalla prima di metterci assieme a spalare secchiate d’acqua fuori dalla sua attività. Per tacere dell’inquilino del pianterreno del mio palazzo, risvegliatosi con l’acqua al livello del letto, che io e mia madre abbiamo portato da noi per una doccia ed un materasso asciutto, prima di scendere, con la luce del giorno, a constatare i danni in casa.

Stamani, ancora sommersa da una nuova marea eccezionale- fermatasi a quota 140 cm, per fortuna – Venezia era l’allucinante spettacolo di una città senza locali, senza scuole, senza uffici, senza supermercati, senza negozi: ovunque, con scope e secchi,  proprietari ed affittuari erano impegnati a rimuovere l’acqua stagnante e riempire sacchi di materiale, merce e beni ormai resi inutilizzabili dall’acqua. Non c’è ristorante o albergo che non abbia avuto migliaia di danni in frigoriferi, cucine e prodotti. Non c’è negozio che non abbia impianti elettrici da sistemare. Molti dovranno rifare arredamenti ed infissi.

L’impresa più difficile, stamani, non era cacciare fuori l’acqua da un appartamento o collegare con lo scotch i fili per ridare la linea telefonica ad un albergo, ma trovare un caffè ed un tramezzino, o una tanica di candeggina per pulire i pavimenti fradici.

Ed in tutto questo, le Guardie Cittadine ed i Vigili del Fuoco, coadiuvati dalla Protezione Civile e dagli Operatori VESTA, fin dall’alba impegnati nella raccolta dei sacchi di merce danneggiata, non hanno smesso per un solo minuto di gettare l’anima nel dare soccorso alla popolazione delle zone più colpite, quelle in cui, l’acqua in casa, o nel negozio, o i danni ad attività, non erano il rischio più grave che è stato corso.

Nei prossimi giorni sono previsti altri picchi, ma nessuno come quello della notte scorsa, per fortuna.

Sono convinto che, a breve, la mia Serenissima tornerà a ruggire vittoriosa guardando dall’alto dei palazzi la sua Laguna, quella laguna che, dopo mille anni di convivenza, ieri ha voluto farci capire chi comanda.

fonte: https://ameleguardie.wordpress.com

La selezione per la polizia locale? La fa una gara di corsa

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Troppi candidati al concorso di polizia locale? Una bella corsa può fare selezione… Soprattutto tra chi non è in grado di correre i mille in almeno 4’25 secondi.

E’ accaduto qualche giorno fa a Padova, dove per accaparrarsi uno dei 22 posti da agente semplice di polizia locale, si erano candidati in più di 600, tutti di età inferiore ai 36 anni. A fare da filtro non è stato né un test di logica, né di competenze giuridiche, piuttosto la prova fisica che consisteva proprio in una corsa da mille metri in pista.

Come ha raccontato il Corriere del Veneto, l’altra mattina, quando i candidati sono stati chiamati a presentarsi in pista, quasi il 60 per cento di loro ha rinunciato.

In realtà non sappiamo bene se è stato per il timore di non riuscire a correre o perché avevano già trovato un altro lavoro. Comunque al via della prova erano solamente in 251 e oltre il 20% di loro ha fallito la prova. Il limite richiesto era di correre 2 giri e mezzo di pista in almeno 4’25”, un tempo che ogni buon runner è in grado di aggredire senza grandissima fatica, soprattutto se si tratta di correre solamente 1000 metri.

In 59 hanno fallito, così che alla fine gli ammessi alle prove scritte e orali sono stati solamente 192. Che sia stato un espediente per fare selezione? Non lo sappiamo. Ciò che il comandante Lorenzo Fontolan ha confessato al giornalista del Corriere Davide D’Attino è che il corpo di polizia locale padovano necessita di essere ringiovanito e una delle prime qualità che devono avere i giovani agenti di polizia locale è la sana e robusta costituzione… oltre alla capacità di poter correre anche in servizio se necessario. Senza contare che uno sportivo è sicuramente meno cagionevole di un sedentario… un buon insegnamento sia per i manager che per chi cerca lavoro.

Ricci è il nuovo comandante della polizia municipale

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Sarà vacante, a partire dal 1° dicembre 2019, il posto di Funzionario Responsabile del Settore Polizia Municipale a causa del pensionamento del Comandante Magg. Gianvito Vavallo.

Per tale ragione, valutati come idonei il titolo di studio posseduto e l’esperienza maturata nell’Ambito delle attività di Polizia Locale del dott. Giuseppe Ricci, il Sindaco ha provveduto, questa mattina, 12 novembre, a nominare lo stesso quale Responsabile del Settore Polizia Municipale a decorrere dalla data del 1° dicembre 2019.

Lombardia, 2,6 milioni per le polizie locali

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale, Riccardo De Corato, ha deliberato lo stanziamento di 2,6 milioni di euro ed ha approvato i criteri per l’assegnazione di cofinanziamenti per l’acquisto di dotazione tecnico strumentale e rinnovo parco veicoli da destinare alle polizie locali.

COSA È POSSIBILE ACQUISTARE – Con il bando della Regione sarà possibile acquistare: biciclette elettriche, droni, radio portatili e veicolari, Dash cam (telecamera da cruscotto), bodycam o telecamere indossabili, defibrillatori semiautomatici portatili, metal detector portatili, fototrappole, laser scanner, simulatori auto, moto e bici professionali, materiale didattico per insegnamento della sicurezza stradale nelle scuole, autovetture ecologiche, moto e scooter destinati alle polizie locali, moto d’acqua, gommoni, motoslitte, colonnine SOS, armadi blindati per custodia armi.

PRESIDENTE FONTANA: AL FIANCO DEI NOSTRI COMUNI – “Prosegue così – ha commentato il presidente della Regione, Attilio Fontana – il nostro impegno mirato a sostenere l’azione delle Amministrazioni locali, in particolare, quelle più piccole, per aumentare ulteriormente il livello della sicurezza e, più in generale, per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Tutto ciò grazie all’importante e quotidiano lavoro messo in campo dalle donne e dagli uomini della polizia locale”

DE CORATO: A BREVE PUBBLICHEREMO BANDO – “Così come stabilito – ha detto l’assessore De Corato – abbiamo rispettato la tabella di marcia, approvando i criteri ed il finanziamento per potenziare le dotazioni strumentali delle polizie locali. Siamo ben consci dei loro sacrifici quotidiani, Regione Lombardia è sempre attenta alle loro istanze e la delibera di oggi è una ulteriore testimonianza. A breve daremo notizia del relativo avviso con le indicazioni temporali. Inviteremo i Comuni a non perdere tempo ed attivarsi per rispondere al bando”.

CRITERI – Lo stanziamento delle Regione Lombardia è così suddiviso:

500.000 euro destinati a progetti presentati dai Comuni in forma singola, con popolazione fino a 15.000 abitanti;

500.000 euro per progetti presentati dai Comuni in forma singola con popolazione oltre i 15.000 abitanti;

800.000 euro destinati a progetti presentati da 2 a 5 Enti associati (compreso il capofila), Comunità Montane e Unioni di Comuni composti da 2 a 5 Comuni;

800.000 euro destinati a progetti presentati da 6 o più Enti associati (compreso il capofila), da Comunità Montane e Unioni di Comuni composti da almeno 6 Comuni.

Il cofinanziamento è assegnato tenendo conto dei seguenti massimali:

80% del costo del progetto validato, fino ad un massimo di 20.000 euro per i Comuni singoli, dotati di un corpo o servizio di polizia locale, in organico con contratto a tempo indeterminato;

80% del costo del progetto validato, fino ad un massimo di 30.000 euro per gli Enti associati, le Comunità Montane e le Unioni di Comuni, associati per tutte le funzioni di polizia locale per un periodo non inferiore a 5 anni dotati di un corpo o di un servizio di polizia locale, in organico con contratto a tempo indeterminato.

Torino, il comandante Bezzon ritira le dimissioni

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Emiliano Bezzon resta al comando della polizia municipale di Torino. Il comandante ha chiesto alla sindaca Chiara Appendino di respingere le dimissioni, presentate la scorsa settimana in polemica per le multe ai monopattini. “Non me la sento di lasciare il comando”, ha annunciato Bezzon durante la cerimonia per il 228esimo anniversario di fondazione della polizia municipale subalpina.
    “La Città ha bisogno di lei, il suo Corpo ha bisogno di lei – è stata la pronta replica della prima cittadina -. Sono contenta che abbia deciso di rimanere. Sarebbe stato ingiusto. Questa vicenda ci deve insegnare qualcosa: quando si sperimenta qualcosa di nuovo può capitare che ci siamo incomprensioni, bisogna creare coordinamento”.
    Proprio oggi a Torino prende il via la sperimentazione di monopattini e segway.
   

Polizia locale, un lavoro pieno di rischi

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EMILIANO BEZZON E RICCARDO DE CORATO ALLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO MANGANELLO SFOLLAGENTE IN DOTAZIONE ALLA POLIZIA LOCALE VIGILI URBANI ATT SILVANA (Agenzia: FOTOGRAMMA) (NomeArchivio: GPF00xhq.JPG)

Fare il vigile urbano è un lavoro a rischio: a contatto con il pubblico, missioni fuori l’ufficio sotto le intemperie. Secondo una ricerca effettuata da Ital UIL e Uil Fpl (La Polizia locale in sicurezza, 2015) il 58% dei vigili urbani intervistati ha usufruito di più di 5 giorni di malattia all’anno, il 97% ha percepito rischi sul lavoro, il 24,5% ha subito infortuni sul lavoro, il 43% soffre di dolori muscolari, il 35% di stati d’ansia, il 35% di gastrite o ulcera, il 25% di ipertensione e l’8% di asma.

Quello della Polizia Locale è un mestiere che più di altri necessita di ampie tutele sanitarie. Per questo motivo l’integrazione sanitaria e la tutela legale legata all’attività lavorativa rappresentano per la Polizia Locale un opzione da valutare.

In occasione del 16° forum nazionale di Polizia Locale, il 14 e 15 novembre a Ospedaletto di Pescantina, in Villa Quaranta, Cesare Pozzo illustrerà le soluzioni dedicate dalla Mutua Sanitaria.

Potenza, polizia locale in agitazione

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La decisione arriva a seguito della trasmissione alle organizzazioni sindacali della determina n. 193 con la quale l’amministrazione comunale ha ben pensato di istituire in via sperimentale il terzo turno di servizio e per la quale i sindacati di categoria hanno chiesto la convocazione di un incontro urgente convocando contestualmente l’assemblea di tutti i lavoratori della Polizia locale.

L’assemblea, all’unanimità dei presenti, ha deciso dopo ampia e accesa discussione, di proclamare lo stato di agitazione preannunciando lo sciopero del personale da articolarsi a fine e inizio turno qualora la determina istitutiva del servizio non venga revocata con immediatezza.

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl stigmatizzano il metodo utilizzato: una scelta ventilata dall’amministrazione come scelta strategica per garantire la sicurezza in città, o meglio nel centro storico, viene adottata con una mera determinazione dirigenziale senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori interessati dalle misure e contestualmente gli interessi dei cittadini del nostro capoluogo.

Prima ancora di entrare nel merito delle prerogative sindacali contrattualmente previste e che sono state palesemente lese da una determina trasmessa ai sindacati per “opportuno garbo istituzionale”, riteniamo inaccettabile il metodo adottato in quanto siamo convinti che intelligenza istituzionale e politica avrebbero dovuto indurre il sindaco della città e la comandante della Polizia locale a un confronto serio sulla misura del terzo turno, sui suoi obiettivi e sulla reale perseguibilità. Tutto ciò è mancato ed è stato sostituito da una misura quasi d’imperio, generando caos e disorientamento tra i lavoratori della polizia locale. Tali prerogative sono quelle sancite dagli articoli 5 e 7 del contratto collettivo nazionale del lavoro 2016/2018 che espressamente prevedono tra le materie oggetto di confronto l’articolazione dell’orario di lavoro e la contrattazione integrativa dei turni, nonché i turni notturni. Per questo procederemo all’impugnazione per attività antisindacale del predetto provvedimento.

Senza tralasciare che ad una normale richiesta di incontro urgente da parte delle organizzazioni sindacali sono seguite riunioni della stessa Comandante con i lavoratori, quasi a disconoscere e svilire il ruolo della rappresentanza sindacale e a generare un clima di timore reverenziale che sopisse le legittime istanze dei lavoratori stessi. Per non parlare delle difficoltà nell’avere la disponibilità di locali idonei per lo svolgimento del diritto di assemblea, di cui abbiamo avuto notizia solo poche ore prima dell’inizio dell’assemblea stessa.

Già solo questo basterebbe per delineare il clima che ormai si respira nel corpo della polizia locale.

Entrando nel merito del provvedimento ciò che colpisce è l’utilizzo della terminologia usata, si parla di bande di “delinquenti” e di “una delinquenza diffusa che fa diminuire la percezione della sicurezza urbana” e il solo fatto che ciò venga lamentato vede come conseguenza diretta la necessità di istituire il citato servizio .

Queste le premesse sulla base delle quali si istituisce il terzo turno, dimenticando che la questione attiene “in modo prevalente all’ordine e alla sicurezza pubblica e alla tutela dell’incolumità privata”, competenze queste che attengono alle forze di sicurezza dello Stato e non alla polizia locale.

Sconfessando le premesse alle quali è ancorata la determina, nel pomeriggio di ieri, a ridosso dell’assemblea, è stata diramata a tutto il personale della Polizia locale una nota operativa con la quale si chiarisce che i controlli debbano essere limitati alla verifica della viabilità e della regolare sosta dei veicoli, circoscrivendo l’attività a una specificata area urbana e che si tratta di un servizio “mirato” per cui lo stesso piantone dovrà comunicare con le sole pattuglie impiegate in viabilità nel centro storico.

Insomma, una gran confusione: da un lato si delineano delle premesse catastrofiche, dall’altro si riduce il tutto a misure di viabilità non rispondendo alle dichiarate esigenze in termini di sicurezza dietro le quali si vuol far passare la necessità di istituire il terzo turno.

Per tutti questi motivi l’assemblea ha detto senza se e senza ma “no” all’istituzione del terzo turno che alle condizioni date si trasformerebbe in una misura fortemente lesiva della condizione di benessere fisico e psicologico, ma più in generale dell’incolumità personale, dei lavoratori.

Su tale situazione non si può semplificare, non si possono chiedere sacrifici sebbene limitati nel tempo, non si può dar luogo a nessuna “sperimentazione” su tale materia perché non ci sono le condizioni né i presupposti per poter fare il cosiddetto terzo turno senza assumersi gravi responsabilità rispetto ai rischi che esso comporta.

Per questo, nel proclamare lo stato di agitazione del personale della polizia locale chiediamo la revoca immediata, previa sospensione, della determinazione 163 e chiediamo un incontro urgente al Prefetto di Potenza congiuntamente all’amministrazione comunale.

Giuliana Pia Scarano, segretaria Fp Cgil Giovanni Sarli segretario Cisl Fp, , Giuseppe Verrastro Uil Fpl

Turbavano appalti per fornire abbigliamento nei corpi di polizia: 9 imprenditori interdetti

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Nella mattinata dell’11 novembre, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze ha dato esecuzione a 9 misure interdittive a esercitare uffici direttivi di società, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze, dott. Alessandro Moneti, nei confronti di altrettanti imprenditori, titolari di imprese operanti sul territorio toscano nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento da lavoro, accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata a turbare il corretto svolgimento delle procedure di affidamento di pubbliche forniture.

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economica Finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze sotto la direzione della Procura della Repubblica del capoluogo toscano – Sostituto Procuratore Dott. Leopoldo De Gregorio, sono state avviate a seguito di una denuncia presentata nel settembre 2017 dall’Ufficio Anticorruzione, Trasparenza e Controlli del Comune di Firenze e hanno messo in luce alterazioni nelle procedure di affidamento indette da alcuni comuni ed enti pubblici della regione Toscana.

Nell’ambito dell’indagine, è emersa la presenza sul territorio regionale di un nucleo di imprese che, in circa cinque anni, sono risultate più volte aggiudicatarie all’esito delle procedure concorsuali bandite da alcuni enti pubblici, territoriali e non, per l’acquisizione di beni costituiti prevalentemente da capi di abbigliamento ed accessori da destinare al personale dei corpi di polizia municipale, dei servizi di guardiania e di rappresentanza.

Dalle attività della Procura della Repubblica di Firenze, allo stato, sarebbe emerso un forte vincolo a carico di alcune delle principali società attive nelle forniture dei beni, fondato su interessi perseguiti secondo logiche di non aggressione e accordi attraverso cui alcune aziende si sarebbero divise i territori di diverse regioni del Centro­nord. Sono inoltre al vaglio dell’Autorità Giudiziaria la posizione di tre funzionari pubblici risultati in stretto collegamento con alcuni degli imprenditori destinatari dei provvedimenti interdittivi nonché quella di tre società con sede in Firenze, Prato e Empoli, per le quali sarà valutata l’adozione di eventuali ulteriori analoghi provvedimenti. Indagini sui bandi per le divise di Galleria Accademia e Opera primaziale Nell’inchiesta della guardia di finanza di Firenze sono finiti anche dipendenti pubblici.

Secondo quanto appreso, sono tre i funzionari pubblici ai quali viene contestato il reato di turbativa d’asta. La procura ha chiesto la misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici sulla quale, secondo quanto previsto dalla legge, il gip deciderà dopo l’interrogatorio non ancora avvenuto.

Da quanto appreso si tratterebbe di un funzionario della polizia municipale di San Giuliano Terme (Pisa), e di due dipendenti dei Comuni di Siena e Cecina (Livorno), che per l’accusa si sarebbero accordati con alcuni degli imprenditori indagati per falsare l’esito di alcune delle gare oggetto dell’inchiesta. Le indagini nel corso degli anni si sono concentrate su diversi bandi: quello per le forniture di divise ai dipendenti della Galleria dell’Accademia di Firenze, dell’Opera primaziale pisana, di fornitura di divise alla polizia municipale di Firenze, di Siena e di Massa.

Il vigile diventato sindaco era ineleggibile

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Da vigile urbano a sindaco il passo è stato breve in quel di Riace in Calabria.

La scorsa primavera Antonio Trifoli, militante della Lega, era riuscito per solo un voto ad espugnare la roccaforte dell’accoglienza, dopo l’esilio del sindaco Mimmo Lucano. E a cancellare il “modello Riace”.

Trifoli aveva promesso un’amministrazione votata a trasparenza e legalità, ma   a quanto pare  proprio lui non avrebbe potuto neanche partecipare alle elezioni del 26 maggio.  Secondo quanto stabilito dal tribunale di Locri, Antonio Trifoli era ineleggibile. 

I giudici, infatti, hanno accolto i ricorsi presentati da Maria Spanò, ex candidata sindaco della lista “Il cielo sopra Riace” e da un gruppo di cittadini che contestavano la legittimità dell’elezione di Trifoli.

Motivo? Come dipendente a tempo determinato del Comune non aveva diritto ad accedere all’aspettativa non retribuita per motivi elettorali. In più, da vigile urbano secondo il Tuel non poteva candidarsi nel Comune in cui ha svolto le proprie mansioni. Argomentazioni sposate dai giudici di Locri che con una sentenza di 12 pagine hanno rispedito al mittente le giustificazioni di Trifoli.

Nonostante avesse firmato un contratto con l’amministrazione di Riace, tanto in pubblico come in giudizio il sindaco ha sempre tentato di far valere la propria condizione di ex Lsu-Lpu, dunque di lavoratore in carico alla Regione. Teorie che non hanno convinto i giudici, che in sentenza scrivono: “E’ netto lo spartiacque tra la condizione giuridica del lavoratore L.S.U. ed L.P.U. e colui il quale, nell’ambito di tale procedura occupazionale, viene stabilizzato con contratto a tempo determinato, come quello stipulato tra il Comune di Riace e il signor Trifoli”. 

Traduzione, era in tutto e per tutto un dipendente a tempo determinato del Comune di Riace e per questo ineleggibile, dunque da dichiarare decaduto.

Non si tratta di un’ordinanza immediatamente esecutiva, la sua efficacia rimane sospesa fino alla celebrazione dell’eventuale appello. Tuttavia, anche la Prefettura si è costituita in giudizio contro Trifoli, forte di un parere del Viminale che lo definiva incandidabile, e adesso potrebbe decidere di non attendere i tempi della giustizia e procedere subito al commissariamento di Riace.

Blitz della polizia locale di Udine nella palazzina ristrutturata

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Blitz della polizia locale di Udine in una palazzina ristrutturata ma mai abitata perchè la ditta che ha effettuato i lavori è fallita nel 2013. All’interno dell’immobile di viale Europa Unita gli agenti hanno trovato siringhe, altri strumenti utilizzati da tossicodipendenti, stracci e avanzi di cibo. Da tempo i residenti segnalavano la presenza di abusivi all’interno della palazzina, ma le autorità sono intervenute solo ora perchè mancava il via libera all’intervento da parte del tribunale di Bologna. Nell’edificio ci sono 48 appartamenti e un’autorimessa con 240 posti macchina. Il tutto sarà presto messo all’asta.