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Legge di Bilancio 2020: chi vince e chi perde. Le Guardie, di nuovo, perdono.

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Abbiamo finito il varietà natalizio? Bene. Possiamo tornare seri, concreti e, ovviamente, sconfitti.   

La politica delle ultime settimane è stata dominata dalle discussioni inerenti la “Manovra”, la “legge di Bilancio”, la norma, insomma, che annualmente viene promulgata per dare una linea ben chiara alle spese dello Stato per l’anno successivo e che spesse volte viene usata per inserire vari piccoli obiettivi politici dell’ultimo minuto tramite vari emendamenti attaccati in modo più o meno logico agli obiettivi principali.

I nodi che interessavano ad A me le Guardie erano essenzialmente 4: la possibilità di qualchemiglioramento della condizione contrattuale della Polizia Locale, la parificazione richiesta dai Vigili del Fuoco ai tabellari economici delle Forze di Polizia dello Stato, la questione idonei non vincitori, di cui abbiamo già parlato a suo tempo, ed il destino dei 450 circa idonei della Polizia di Stato ritrovatisi esclusi da una graduatoria in forza di requisiti di accesso entrati in vigore dopo che la graduatoria venisse approvata.

Partiamo dagli idonei colpiti dal famigerato comma 361: impossibilitati ad essere assunti nei posti per i quali avevano tanto investito e studiato, si sono uniti in un comitato online, su facebook, ed hanno iniziato a martellare, letteralmente, ogni post di ogni deputato, ministro e senatore durante l’iter di formazione della legge. Centinaia di messaggi, di mail, un bombardamento social assoluto e continuo, con tanto di testi preparati ad hoc e liste di profili cui inviare mail e messaggi privati. Per qualcuno sono diventati una vera ossessione.  

Ammetto che, per carattere, non ero portato a pensare risolutiva una soluzione simile, anzi, ero convinto fosse il modo migliore per rendersi, agli occhi dei politici, delle vere e proprie fastidiose zanzare da schiacciare per il gusto di farlo. E invece no. Certo, c’è stato chi ha fatto blocchi di massa, ma anche chi ha ascoltato, chi ha letto, chi ha valutato che la protesta fosse legittima, e così facendo il comma 361, non esiste più.

Non esiste il 30% di scorrimento ideato in origine dal Ministro Dadone. Le graduatorie 2018 e 2019 hanno ora valenza triennale con SCORRIMENTO TOTALE, quelle dal 2020 in poi avranno validità biennale con il medesimo SCORRIMENTO TOTALE.  Se siete in una graduatoria 2019 poco dopo i vincitori, sì, l’ente che ha bandito il vostro concorso potrà scorrere la graduatoria DOPO IL PRIMO GENNAIO. Si è tornati alla situazione precedente, con l’unica differenza che le graduatorie dureranno due anni e non più tre. Ricordiamoci che lo scorrimento delle graduatorie, per le amministrazioni, resta comunque una facoltà, non un obbligo.

Questo è comunque un ENORME risultato, anche per le modalità con cui è stato raggiunto, forse prima vittoria arrivata direttamente dalla base, dalle persone.

Bravi agli idonei, sarà un piacere averli a breve come colleghi. 

Così come è enorme il risultato dei Vigili del Fuoco, ottenuto grazie ad una lotta sindacale sicuramente forte, più “istituzionale” rispetto quella portata avanti dagli idonei, nata anche sull’onda della simpatia e vicinanza che tutta la popolazione ha per i Vigili del Fuoco, i migliori, lo dirò sempre, tra tutti noi che indossiamo una divisa. I Vigili del Fuoco hanno ottenuto la parificazione stipendiale alle Forze di Polizia di cui alla legge 121/81, con uno stanziamento annuale in crescendo di qui ai successivi 3 anni.

Viene invece, purtroppo, confermata l’antipatia politica per le Guardie: di qualsiasi tipo. Nulla di pervenuto per gli “ex idonei” della Polizia di Stato, che rimangono nel limbo cui sono precipitati dopo il cambiamento di requisiti di accesso, e anche le Guardie Giurate, nonostante diversi incontri con alcuni esponenti, in particolare della ex maggioranza, : sfruttate, deboli, misconosciute, schiave di contratti ed aziende private mentre di fatto tutelano luoghi ad alto afflusso di pubblico.

Per noi Guardie Cittadine la presa in giro è doppia: sono stati riproposti i medesimi emendamenti dell’anno scorso, che prevedevano l’estensione delle qualifiche di Polizia  senza limiti strani di orario o territorio e la parificazione salariale anche nostra alle Forze di Polizia di cui alla citata legge 121, tutti regolarmente cassati o dichiarati inammissibili. Fa ridere perchè l’anno scorso, i medesimi, sono stati presentati da forze allora all’opposizione ed oggi al Governo.

Ci prendono in giro, letteralmente, giocano con noi come il gatto col topo.

Perchè lo fanno? Per colpa nostra. Pensate bene alla nostra situazione: siamo operatori di polizia con un contratto privatistico che permette in sostanza ad ogni comando di farsi un accordo con l’amministrazione per coprire e pagare i turni. Chi lavora in 6 giorni per 6 ore, chi in 6 per 5 ore e 50, chi in 7 ore per 5 giorni. Chi fa serali in ordinario, chi in straordinario, chi in progetto. Chi li paga al mese successivo, chi a 3 mesi, chi l’anno dopo. Chi lavora 12, 18 o 24 ore al giorno. In tutto questo, soprattutto nei comuni con Corpi più grandi e quindi influenti all’interno del loro ente, molti si sono creati dei propri  giardini dell’eden personali o di reparto, che mai andranno a sfaldare per fare un piacere a tutti gli altri. Chi glielo fa fare, a quei comandi che hanno ottenuto condizioni anche migliori delle citate Forze Statali, di rovinare tutto per andare alla pari coi colleghi del paesino X che oggi prendono 1200 euro e lavorano da soli? 

Per quale motivo chi ha ottenuto fondi pensione, strumenti ed equipaggiamenti, dovrebbe volere che tali strumenti andassero a tutti e soprattutto avere un contratto pubblico che, di fatto, nel suo piccolo, gli darebbe condizioni forse meno favorevoli di quello privato attuale?Per tacere di comandanti nominati a simpatie politiche, strapotere amministrativo sull’operato del Corpo di Polizia e tanti altri ingranaggi politici che sono facilmente riversabili sulla categoria, ma anche sfruttabili da pochi furbi che con un contratto pubblicistico perderebbero i loro piccoli feudi? Non più tardi di ieri l’altro mi sono sentito dire da un sindacalista che conviene lottare per il benessere del proprio comune che per quello di tutta la categoria, sottolineando che il benessere di tutti sarebbe probabilmente il malessere dei pochi che lo hanno votato come rappresentante all’interno del suo ente.

 Cosa possono fare quindi le Guardie Cittadine per avere un futuro decente? Poco. Nulla. Purtroppo. Siamo corrosi dalle lotte interne, dal bisogno di sentirsi migliori del collega che abbiamo accanto, funestati da migliaia di macchiette prive di dignità e spina dorsale che si sentono tranquille e realizzate nell’essere lo zerbino del politicante, perfino del cittadino petulante di turno, che osteggiano apertamente qualsiasi attività di polizia in favore di una vita tranquilla e serena a spadroneggiare come un caporale tra veicoli in sosta e banchetti al mercato. 

Siamo schiavi di una mediocrità insita nella categoria, specchio di quella del paese, creata a tavolino per avere una categoria di servi sciocchi cui far fare tutto ciò che rende antipatico il lavoro di polizia in cambio di poche decine di denari – per restare in tema biblico/natalizio – in più rispetto i dipendenti amministrativi del comune e del potere di scacciare suonatori ambulanti, multare venditori di paccottiglie, minacciare parcheggiatori abusivi, pontificare tra auto parcheggiate in doppia fila fuori scuole e pasticcerie. Falliti elevati ad esempi.

 Ma c’è anche una Polizia Locale bella. Quella che ogni giorno riempie con le sue notizie A me le Guardie. Quella che sta formando le nuove leve di Milano. Quella protagonista dei Revolution.Quella che salva vite, che protegge i più deboli, che lavora 24 ore su 24 per soccorrere le vittime di un’alluvione, che dona giustizia alle vittime della strada, che protegge i giovani dallo spaccio e gli anziani dalle truffe, che insegna educazione alla legalità nelle scuole, che garantisce la sicurezza in ogni città, comune e comunità, che da la propria vita per quelle altrui. C’è la nostra Polizia Locale. Ci siamo noi Guardie Cittadine.

Fate in modo che questa Polizia Locale sia quella dominante, ed i riconoscimenti arriveranno da soli.

Fonte: ameleguardie.wordpress.com

Oltraggio a pubblico ufficiale, non è incostituzionale la pena da 15 giorni a 3 anni di carcere

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“Non è contraria ai principi di uguaglianza e proporzionalità la pena da 15 giorni a 3 anni di reclusione stabilita per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, nella versione in vigore dal 2009 fino all’entrata in vigore del “decreto sicurezza” dell’estate 2019, che ha innalzato il minimo a 6 mesi”. Lo ha stabilito la Corte costituzionale nella sentenza n. 284 depositata oggi (relatore Francesco Viganò), dichiarando infondata la questione di legittimità sollevata dal Tribunale di Torino. Nel 1994 la Corte aveva dichiarato incostituzionale, in quanto sproporzionata, la pena minima di 6 mesi di reclusione, allora prevista per il reato di oltraggio, che all’epoca consisteva nella semplice offesa all’onore o al prestigio di un pubblico ufficiale connessa all’esercizio, presente o passato, delle sue funzioni. In seguito alle modifiche intervenute nel 2009, il reato di oltraggio richiede ora che il fatto sia commesso “mentre” il pubblico ufficiale compie un atto legittimo del suo ufficio. Oltre ad arrecare pregiudizio al suo onore individuale e al prestigio dell’amministrazione di appartenenza, il reato finisce, così, per ostacolare il concreto svolgimento delle funzioni del pubblico ufficiale, creando inoltre il pericolo che la reazione offensiva possa trasmodare in un’aggressione minacciosa o violenta, ad opera dello stesso autore del reato o di terzi presenti al momento del fatto. La pena minima di 15 giorni di reclusione prevista dal legislatore del 2009 non può, pertanto, considerarsi manifestamente eccessiva a fronte della non trascurabile gravità di questo reato, così come oggi previsto dal codice penale.

Stop autovelox “imboscati”, le postazioni devono essere evidenti e segnalate

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LECCE – Basta con gli autovelox “imboscati”. Annullato il verbale elevato per eccesso di velocità perché la postazione di controllo elettronico deve essere visibile, oltre che segnalata: l’apparecchio, invece, si trova praticamente mimetizzato in quanto è di colore grigio e installato in mezzo alla vegetazione posta al di là del guard rail. Il tutto contro l’articolo 3 del decreto legge 117/08, secondo cui devono risultare evidenti per i conducenti dei veicoli gli strumenti di misurazione della velocità sia fissi sia mobili. È quanto emerge dalla sentenza 2643/19, pubblicata dalla sezione civile del giudice di pace di Avellino (magistrato onorario Ernesto Cerullo). Accolta l’opposizione proposta dal trasgressore difeso dall’avvocato Ciro Aquino.

L’obbligo di rendere riconoscibili le postazioni di rilevamento automatico dell’andatura dei veicoli vale sia per gli apparecchi fissi sia per quelli mobili in base alle disposizioni del decreto Bianchi, che prende il nome dell’allora ministro dei Trasporti, Alessandro. Non si configura, dunque, la sola violazione dell’articolo 142 Cds quando lo strumento di misurazione utilizzato dall’amministrazione risulta nella sostanza invisibile perché si perde fra le piante, mentre manca la cartellonistica luminosa per avvisare gli automobilisti del controllo automatico in corso: la segnalazione dello strumento dovrebbe invece avere dimensioni almeno pari a quella di preavviso.

E nella specie il cartello si legge a stento. Al Comune non resta che pagare le spese di giudizio. Nuovi “Stop” contro gli autovelox per “far cassa” dopo altre recenti decisioni segnalate dallo “Sportello dei Diritti”. Insomma, perGiovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non basta premurarsi per fare multe a gogo se poi non si pensa effettivamente alla sicurezza stradale, alla certezza delle rilevazioni ed al rispetto del diritto di difesa dei presunti trasgressori. Giungono infatti quotidiane lamentele da parte di automobilisti sull’utilizzo di strumenti di rilevazione della velocità nascosti come delle vere trappole o trabocchetti. Tale procedura oltre che violare norme del Cds mette spesso a rischio l’incolumità degli utenti della strada che sorpresi dalla improvvisa presenza in carreggiata di apparecchi tipo autovelox con agenti seminascosti azzardano, in non rari casi, manovre pericolose per evitare salate multe la decurtazione di punti o il ritiro della patente.

In particolare ed in riferimento alle disposizioni contenute nella legge 2.10.2007, n. 160, di conversione del D.L. 3.8.2007, n. 117, con le quali è stata richiamata l’attenzione dei comandi di polizia locale sull’obbligo della preventiva e ben visibile segnalazione delle postazioni di controllo sulle reti stradali, ad eccezioni dei dispositivi installati a bordo di veicolo che misurano la velocità in maniera dinamica, ovvero “ad inseguimento”, e del rispetto delle distanze regolamentari delle postazioni. Lo “Sportello dei Diritti” auspica che la sentenza del GdP di Avellino possa estendere la sua forza persuasiva a tutto il territorio nazionale perchè i controlli vengano eseguiti nel pieno rispetto delle norme e che possano rafforzare il rapporto cittadino-istituzione, improntandolo ad uno spirito di fattiva collaborazione, trasparenza e fiducia, evitando, invece, quei comportamenti che possano generare sospetti e perplessità sul corretto operato della P.A.

ari a quella di preavviso.

E nella specie il cartello si legge a stento. Al Comune non resta che pagare le spese di giudizio. Nuovi “Stop” contro gli autovelox per “far cassa” dopo altre recenti decisioni segnalate dallo “Sportello dei Diritti”. Insomma, perGiovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non basta premurarsi per fare multe a gogo se poi non si pensa effettivamente alla sicurezza stradale, alla certezza delle rilevazioni ed al rispetto del diritto di difesa dei presunti trasgressori. Giungono infatti quotidiane lamentele da parte di automobilisti sull’utilizzo di strumenti di rilevazione della velocità nascosti come delle vere trappole o trabocchetti. Tale procedura oltre che violare norme del Cds mette spesso a rischio l’incolumità degli utenti della strada che sorpresi dalla improvvisa presenza in carreggiata di apparecchi tipo autovelox con agenti seminascosti azzardano, in non rari casi, manovre pericolose per evitare salate multe la decurtazione di punti o il ritiro della patente.

In particolare ed in riferimento alle disposizioni contenute nella legge 2.10.2007, n. 160, di conversione del D.L. 3.8.2007, n. 117, con le quali è stata richiamata l’attenzione dei comandi di polizia locale sull’obbligo della preventiva e ben visibile segnalazione delle postazioni di controllo sulle reti stradali, ad eccezioni dei dispositivi installati a bordo di veicolo che misurano la velocità in maniera dinamica, ovvero “ad inseguimento”, e del rispetto delle distanze regolamentari delle postazioni. Lo “Sportello dei Diritti” auspica che la sentenza del GdP di Avellino possa estendere la sua forza persuasiva a tutto il territorio nazionale perchè i controlli vengano eseguiti nel pieno rispetto delle norme e che possano rafforzare il rapporto cittadino-istituzione, improntandolo ad uno spirito di fattiva collaborazione, trasparenza e fiducia, evitando, invece, quei comportamenti che possano generare sospetti e perplessità sul corretto operato della P.A.

Polizia locale Matera, 10 nuovi agenti

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Si terranno nei prossimi giorni “nella Sala Mandela del Comune di Matera le prove orali del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di dieci agenti della Polizia locale”. Lo ha reso noto l’ufficio stampa dell’amministrazione comunale materana. “Bisogna considerare che – ha evidenziato il sindaco, Raffaello De Ruggieri – da oltre 20 anni non si effettuavano concorsi pubblici per l’assunzione di personale al Comune di Matera”.

Nuovo codice della strada, le novità del 2020

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Il 2020 ha portato modifiche al Codice della Strada.

Il Codice della Strada deve sempre essere al passo coi tempi per potersi adattare alle mutevoli esigenze degli automobilisti. 408 articoli, di cui 19 appendici, che regolano la guida dei veicoli, la gestione delle strade, il corretto comportamento da mantenere al volante, nonché gli illeciti, le sanzioni e i provvedimenti amministrativi in caso di infrazioni.

Il Governo si è rimesso a lavoro per ultimare le modifiche che andranno a costituire il Nuovo Codice della Strada. Tra le principali novità troviamo:

  1. I maggiorenni potranno circolare con i ciclomotori 125 in autostrada;
  2. Chi verrà sorpreso alla guida con il cellulare in mano rischia la sospensione della patente da 7 a 30 giorni (da uno a tre mesi nel caso di infrazione recidiva), e una multa da 422 a 1.697 euro;
  3. Per la prima volta saranno «normati» monopattini, skate e hoverboard, e lemoto elettriche potranno andare in autostrada;
  4. Confermata l’abolizione della tassa di possesso per i veicoli storici;
  5. Confermata la cancellazione dell’obbligo degli anabbaglianti di giorno per le auto fuori dai centri abitati;
  6. Sanzioni raddoppiate per chi guida una vettura senza assicurazione;
  7. Il collaudo per i veicoli a cui si agganciano carrelli non sarà più necessario. Per questi sarebbe sufficiente il solo certificato della casa costruttrice;
  8. Possibilità d’immatricolare piccoli trattori da parte di privati, senza partita IVA, purché il mezzo non superi le 6 tonnellate.

Art 117 CdS: Limitazioni nella guida

Le seguenti limitazioni sono riferite principalmente ai neopatentati. Per i primi tre anni dal conseguimento della patente di categoria A2, A, B1 e B non e’ consentito il superamento della velocita’ di 100 km/h per le autostrade e di 90 km/h per le strade extraurbane principali. Inoltre, ai titolari di patente di guida di categoria B, il primo anno dal rilascio non è consentita la guida di autoveicoli aventi una potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 55 kW/t. Per saperene di più vi consigliamo di prendere visione delle regole per neopatentati per capire quali auto possono guidare i neopatentati.

Notifica via PEC

Una delle innovazioni presenti nel nuovo Codice della Strada 2020 riguarda la possibilità di notifica della multa tramite posta elettronica certificata. Il conducente che sia in possesso di un indirizzo PEC si vedrà notificato il verbale di contestazione, direttamente per via telematica.

La data di notifica sarà quella in cui verrà generata la ricevuta di avvenuta consegna, completa del messaggio. La notifica, quindi, si perfeziona in questo momento, anche se l’automobilista non l’ha visualizzata o aperta.

Questo aspetto è di fondamentale importanza in caso di proposizione del ricorso avverso il verbale di contestazione, per evitare che i termini decorrano rendendo impossibile l’impugnazione della multa.

Obbligo di Alt sui rettilinei

Altra novità inserita nel Codice della Strada aggiornato riguarda l’obbligo per la polizia stradale di intimare l’Alt alla vettura che percorre una strada a velocità elevata, qualora l’infrazione si verifichi su un rettilineo.

Questa innovazione è stata introdotta a seguito dell’ordinanza numero 27771 della Corte di Cassazione.

Qualora la polizia stradale non dovesse intimare l’Alt al veicolo, dovrà specificare il motivo in maniera esaustiva, fornendo anche le motivazioni che dovranno essere allegate al verbale di contestazione.

Assistenza legale in caso di alcol test

Un ulteriore modifica presente nel Codice della Strada riguarda la presenza di un legale quando si viene sottoposti ad alcol test.

La sentenza della Corte di Cassazione n. 51284/2017 dispone che la comunicazione della possibilità di assistenza legale non è necessaria quando si esegue l’alcol test, unitamente ad altri esami del sangue per prestare soccorso ad un soggetto ferito in seguito ad incidente, mentre questa assistenza è necessaria quando l’alcol test venga richiesto dalla polizia giudiziaria.

Abuso d’ufficio

Può capitare di trovare un agente che, dopo aver imposto l’Alt all’automobilista, riscontrando una infrazione non grave, lo faccia poi procedere raccomandando di utilizzare maggiore prudenza.

In passato questi casi potevano comportare un’indagine per abuso d’ufficio nei confronti dell’agente perché con il suo comportamento avrebbe generato un vantaggio patrimoniale nei confronti dell’automobilista, mentre a seguito dellasentenza della Cassazione dell’11/10/2017 n° 46788 questa omissione non è configurabile come abuso d’ufficio.

Eliminato obbligo di patente e libretto:

Con le nuove linee guida del CdS 2019, viene eliminato l’obbligo di dover presentare patente e libretto durante un classico controllo. Questo perché d’ora in poi i controlli verranno fatti direttamente via telematica.

Nuovo codice della Strada 2020 ciclisti

Anche i ciclisti vengono inclusi nel Nuovo Codice della Strada 2020:

  • Partiamo dai bambini che saranno obbligati ad avere il casco fino ai 12 anni;
  • I comuni, oltre a poter predisporre le strisce di arresto per i ciclisti davanti a stop e semafori, potranno anche consentire la circolazione degli stessi su corsie preferenziali.

Nuove classi di merito per privati ed aziende

Ulteriore innovazione prevista nel nuovo Codice della Strada riguarda le novità relative alle classi di merito per privati ed aziende.

L’Istituto per la Vigilanza sulla Assicurazioni dovrà stilare un documento con la rilevazione della storia assicurativa e l’assegnazione della classe di CU, anche per le annualità coperte da contratti stipulati con formula a franchigia ed a tariffa fissa, e queste indicazioni verranno applicate anche per le polizze temporanee.

Per le aziende, in caso di mutamento della titolarità del veicolo che comporti il passaggio da una società ad un socio, la classe di CU maturata sul veicolo, viene riconosciuta al nuovo proprietario, anche in caso di sostituzione dell’auto. Sarà inoltre consentito il trasferimento di proprietà di un veicolo tra persone coniugate, o unite civilmente, mentre in precedenza questa possibilità era concessa solamente ai coniugi in comunione di beni.

Qualora il veicolo venisse rubato, il proprietario può conservare la classe di merito attiva prima della perdita di possesso, anche nel caso in cui questo venga ritrovato successivamente. Tale ipotesi si applica anche in caso di mancata vendita.

In caso di auto acquistata in leasing o con noleggio a lungo termine, l’utilizzatore si vedrà riconosciuta la classe di merito anche nell’ipotesi in cui non dovesse riscattare l’auto ed acquistare una vettura nuova.

Nel caso di veicolo intestato a soggetto portatore di handicap, la classe di CU maturata sul veicolo è riconosciuta anche per veicoli acquistati da coloro che hanno abitualmente condotto il veicolo stesso, come ad esempio il coniuge o un familiare.

Reggio arriva il comandante Zucco: “Potenzieremo organico e strumenti tecnologici”

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Si è tenuta presso la sede del Comando di polizia locale a Reggio Calabria, la presentazione del comandante Salvatore Zucco entrato definitivamente nei ruoli comunali e del piano attività previsto per il 2020. Il comandante da oggi a tempo indeterminato, che avrà anche il ruolo di dirigente del settore ambiente ha dichiarato: “Sarò comandante in una delle città più importanti della Calabria, ho scelto Reggio per l’amore di questa professione. Ci sono molte criticità, ho avuto la fortuna di affrontarle prima del mio insediamento a tempo indeterminato, sono qui infatti da maggio, Ho avuto modo di verificare la carenza organica che incide molto sulle performance del corpo a cui l’amministrazione provvederà sopperire. La carenza strumentale verrà colmata da una dotazione che possa rendere giustizia ad un corpo che dovrà essere capofila per l’intera regione. Un esempio è il drone, gli autovelox ed altre strumentazioni tecniche che possano integrare la carenza organica. La tecnologia ci aiuta a presidiare iL territorio”. Alla presentazione ha partecipato il sindaco Giuseppe Falcomatà che ha spiegato: “E’ dai tempi del comandante Minniti che non accadeva qualcosa di simile, abbiamo individuato il comandante attraverso l’articolo 110. Abbiamo lavorato insieme all’assessore Zimbalatti per dare fiducia e certezza al corpo della Polizia Municipale al fine di garantire la programmazione necessaria per dare sicurezza alla cittadinanza”. Dello stesso avviso è l’assessore Zimbalatti che soddisfatto ha sottolineato: “Viene completato un mosaico importante, avere il comandante è aver raggiunto un obiettivo importante che non risolve completamente i problemi del corpo adesso dobbiamo sollecitare per far si che si abbia il giusto organico. Ringrazio il comandante che abbiamo supportato grazie anche alla tecnologia. Faremo una guerra a chi usa il telefonino alla guida ed a chi occuperà le soste dedicate ai portatori di handicap”.

Polizia locale in Calabria, Tansi: tutto da rifare

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In Calabria il 26 gennaio si voterà per il rinnovo del Consiglio Regionale. Uno dei quattro candidati governatori, Carlo Tansi ha lanciato l’allarme sulla situazione della polizia locale annunciando una riforma radicale in caso di elezione.
‹‹Bisogna riorganizzare la politica, ripensarla per le persone e i territori, bisogna ridare un’anima e una sensibilità alla voglia di fare politica, così come penso sia doveroso, tra tutte le altre negatività, rimettere ordine alla polizia locale. La Polizia locale calabrese in questi ultimi anni, infatti, è stata dimenticata dalla giunta regionale›› – scrive in una nota Carlo Tansi, candidato alla presidenza della Regione Calabria.

‹‹Il Consiglio Regionale nel 2018 ha approvato la legge di riforma della Polizia Locale ma, a distanza di oltre un anno, non è ancora attuabile per via della mancata emanazione dei necessari decreti attuativi da parte della giunta Oliverio.

Gli operatori della Polizia Locale, alcuni rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria, incontrati in questi ultimi giorni si sono dichiarati delusi per quanto non fatto in tutti questi anni – continua Tansi. Anche la riforma di legge adottata non è certo quello che gli operatori si aspettavano, perché rispetto a quella previgente, la L. R. 24/1990, non ha apportato nessuna novità, eccetto quella di lasciare la categoria senza una legge regionale di riferimento visto che la nuova legge ha di fatto abrogato quella del 1990››.

‹‹Non è bastato dunque stanziare nel bilancio 2018 e 2019 circa 500.000 euro annui, se poi di queste somme non è stato speso neanche un centesimo.

È sotto gli occhi di tutti lo stato in cui versa la categoria, che dovrebbe essere il punto di riferimento per ogni cittadino sul proprio territorio. Quello che si dovrà fare è tantissimo.

Per questo, in caso di una mia elezione a presidente della Regione Calabria, procederò all’immediata attuazione della legge con l’emanazione dei decreti attuativi, saranno creato all’interno della struttura regionale un dipartimento per la sicurezza locale, direttamente collegato alla presidenza regionale, che svolgerà il compito di predisporre quanto necessario affinché vengano previste in bilancio le somme necessarie a garantire finanziamenti, ai comuni ed alle province, per l’acquisto di attrezzature››.

‹‹Saranno attivate le necessarie procedure affinché i comuni e le province possano avere servizi e corpi di polizia locale efficienti ed efficaci per il controllo del territorio calabrese, adeguatamene formati attraverso corsi di formazione e aggiornamento periodici presso strutture specializzate, con le quali si stipuleranno apposite convenzioni, nell’attesa di poter organizzare anche nella nostra Regione una struttura in grado di garantire, a tutti gli operatori impiegati nei compiti di tutela della sicurezza, corsi di formazioni specifici.

Altro punto del programma è quello di predisporre, con le altre forze di polizia, protocolli di intesa volti a migliorare le condizioni di sicurezza e di contrasto alla criminalità sul territorio calabrese, anche attraverso finanziamenti specifici che potranno essere intercettati nei programmi europei.

Una nuova Polizia Locale Regionale che, finalmente, vedrà riconosciuto il proprio ruolo e per ritornare ad essere il punto di riferimento della cittadinanza ed il primo soggetto di collegamento e raccordo con la Protezione Civile regionale›› – conclude Tansi.

Montesilvano, Casale nuovo comandante della municipale

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Il sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis,e il segretario generale Angela Erspamer, presidente della commissione per l’incarico a tempo determinato, hanno nominato per i prossimi tre anni Nicolino Casale quale nuovo comandante della polizia locale e l’ingegnere Gianfranco Niccolò nel ruolo di dirigente del settore pianificazione e gestione territoriale.

L’incarico conferito a Casale è di fatto una formalità, dal momento che già da qualche mese l’ufficiale aveva di fatto sostituito Antonella Marsiglia alla guida del comando dei vigili urbani. Per lui, montesilvanese autentico e appassionato di ciclismo, è il coronamento di una carriera iniziata circa 40 anni fa quando, giovanissimo, entrò come stagionale per poi passare effettivo nel giro di poco tempo. Laureato con il massimo dei voti e lode in economia e management, il maresciallo Nicolino Casale è passato di grado ricoprendo anche le funzioni di responsabile dei corsi di educazione stradale nelle scuole e di docente per alcune società di formazione professionale. “

Nominato il nuovo comandante della polizia municipale di Montesilvano: è il maresciallo Casale

Novara, concorso per 18 agenti di polizia locale

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Il Comune di Novara ha indetto un concorso per 18 Agenti di Polizia Municipale. Le risorse saranno assunte a tempo indeterminato e pieno, categoria C (posizione economica C1), per il triennio 2019-2021.

Sarà possibile candidarsi al concorso fino al 23 Gennaio 2020.

REQUISITI Possono partecipare al concorso i candidati in possesso dei requisiti di seguito riassunti: – età non inferiore ad anni 18 e non superiore ai 35 anni compiuti alla data di scadenza del bando; – essere cittadino italiano; – godimento dei diritti civili e politici; – idoneità psico-fisica all’impiego specifico; – diploma di istruzione secondaria superiore o titolo equipollente (per i titoli di studio conseguiti all’estero); – non avere subito condanna a pena detentiva per delitto non colposo o non essere stato sottoposto a misura di prevenzione; – non essere stati espulsi dalle Forze Armate o dai Corpi militarmente organizzati; – assolvimento degli obblighi militari (per i candidati di sesso maschile nati entro il 31.12.1985); – i candidati ammessi a prestare servizio civile in qualità di “obiettori di coscienza” potranno accedere al concorso qualora, decorsi cinque anni dal congedo, abbiano rinunciato allo status di obiettore di coscienza; – patente di guida di categoria B o superiore in corso di validità; – inclusione nell’elettorato politico attivo; – non essere stati destituiti, dispensati o decaduti dall’impiego presso una pubblica amministrazione; – possesso dei requisiti previsti per il conseguimento della qualifica di Agente di Pubblica Sicurezza; – essere disponibili a prestare servizio in forma armata e alla conduzione di tutti i veicoli e mezzi in dotazione al Comando di Polizia Municipale. Si segnala che per i posti messi a concorso opera la riserva per i volontari delle FF.AA.

Arezzo, nuova sede della Polizia municipale: ok del Tar

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Nuova sede della Polizia municipale, ecco l’ok del Tar. Giunta approva progetto da oltre 4 milioni „ Anche l’ultimo ricorso è stato respinto dal Tar. Adesso la realizzazione della nuova sede della Polizia Municipale nell’edificio di via Filzi, fortemente voluta dalla giunta Ghinelli, si avvicina. La vicenda va avanti da tempo: era il giugno del 2018 quando la querelle ha preso vita. Sulla vicenda si è già espresso il Consiglio di Stato lo scorso 22 novembre, respingendo la richiesta di sospensiva presentata dalla ditta che non era stata scelta dalla commissione giudicatrice. Mancava il via libera definitivo del Tar, di fronte al quale lo scorso 4 dicembre si è tenuta una udienza sul ricorso dell’azienda secondo la quale il progetto definitivo sarebbe stato incompleto e carente. L’esito è arrivato a ridosso del Capodanno: il tribunale amministrativo regionale ha respinto tale ricorso nel merito. Questo significa che adesso la realizzazione della nuova sede è più vicina. Due offerte per la nuova sede della Polizia Municipale In precedenza il Tar aveva respinto l’istanza cautelare per l’annullamento del provvedimento con cui era stato aggiudicato l’appalto. L’istanza era stata presentata da Subissati Srl. Progetto definitivo approvato dalla Giunta Proprio nelle scorse settimane, la giunta ha approvato il progetto definitivo. Con un atto siglato il 3 dicembre è stato dato l’ok: l’intero progetto ha un importo complessivo di 4 milioni e 236 mila 148 euro “di cui – si legge nell’atto – 2milioni e 736mila 250 euro per lavori e 150mila per oneri della sicurezza ed 1 milione 349mila 898 euro per somme a disposizione, come risultante dal seguente quadro economico”. Il progetto prevede alcune modifiche ritenute “non sostanziali” riguardanti “la ridistribuzione di alcune funzioni negli spazi interni all’edificio; – inoltre, con l’immissione in possesso del bene oggetto dell’intervento e la redazione di un rilievo topografico dell’area interessata e di quelle confinanti, è stata verificata la generale correttezza delle scelte proposte in sede di gara, ad eccezione di piccoli ridimesionamenti del locale destinato ad autorimessa”. E’ previsto inoltre l’ampliamento dell’edificio con la realizzazione di nuovo corpo di fabbrica: un intervento che include anche la sistemazione degli spazi esterni (resede) e la ridistribuzione dei parcheggi pubblici lungo via Filzi. Cambierà dunque fisionomia il palazzo per anni aveva ospitato un asilo e che da tempo era rimasto in disuso.