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Corruzione, arrestati imprenditore e ispettore vigili urbani

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TRAPANI – I carabinieri della Compagnia di Alcamo hanno arrestato con l’accusa di corruzione l’imprenditore edile Francesco Isca e l’ispettore della polizia municipale Salvatore Craparotta in servizio fino a dicembre 2019 a Calatafimi Segesta. Per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari.
    Contestualmente sono stati notificati cinque avvisi di garanzia ad altrettanti indagati: i reati contestati, a vario titolo, sono favoreggiamento, abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici.
    Le indagini dei carabinieri hanno accertato l’esistenza di un patto corruttivo tra l’imprenditore e l’ispettore della polizia municipale. Sfruttando il suo ruolo, Craparotta avrebbe agevolato l’attività economica e favorito l’aumento degli incassi della società, riconducibile a Isca, che gestisce l’area adibita a parcheggio del Parco Archeologico di Segesta, multando gli automobilisti che parcheggiavano le loro auto fuori dall’area a pagamento lungo la strada che conduce al tempio.

Legittima la chat che li segnala

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ALGERO – Nel 2016 era stata denunciata per interruzione di pubblico servizio perché aveva formato una chat in cui si avvisavano i componenti della presenza di posti di blocco e autovelox. Finita davanti al giudice al tribunale monocratico, la donna è stata assolta.

Il caso
La vicenda, rievocata in tribunale ad Alghero i giorni scorsi, inizia nel 2016 quando una donna crea un gruppo su Whatsapp in cui si indica la presenza di posti di blocco ad Alghero e nelle prossimità della città della Riviera del corallo. La chat viene scoperta dalla polizia che denuncia la donna (in base all’articolo 340 del codice penale) per interruzione di pubblico servizio.

 A spiegare cosa sia successo nel frattempo è l’avvocato Danilo Mattana, legale della donna. «Il telefono di un componente della chat finisce nelle mani della polizia impegnata in un’indagine e la conversazione viene individuata. Le ulteriori verifiche consentono di risalire a chi ha costituito la chat». Per la donna parte quindi il procedimento. A seguire, il processo con rito abbreviato. Nella sua tesi difensiva il legale rimarca il fatto che «la chat ha un numero finito di partecipanti» e «va dimostrato il fatto che fosse idonea a interrompere questo servizio».

Il precedente e la decisione
Tra le altre argomentazioni del difensore la decisione del Gip di Genova di archiviare la posizione di 49 giovani che avevano costituito una chat in cui indicavano posti di blocco e autovelox. A chiedere che la donna venga scagionata anche il pubblico ministero. Poi, ex articolo 530 primo comma del codice di procedura penale, l’assoluzione.

 (fonte: il sole 24 ore)

Autovelox distrutto nel cosentino

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L'autovelox distrutto

CASSANO IONIO –  Persone non identificate hanno distrutto l’autovelox che il comune di Cassano allo Jonio aveva posto nel tratto di pertinenza della statale 534, arteria che collega lo svincolo autostradale di Firmo con la statale 106.
    Nella notte, molto probabilmente con l’ausilio di un mezzo agricolo, manovrato da un terreno adiacente, l’apparato strumentale per il controllo della velocità è stata agganciata, sradicata dalle fondamenta e abbandonata sul terreno. Gli autori hanno anche distrutto lo strumento di registrazione.
    “L’augurio è che presto le forze dell’ordine, che hanno subito avviato un’indagine sull’accaduto – ha detto il sindaco di Cassano allo Jonio Gianni Papasso – possano individuare e assicurare alla giustizia il responsabile o i responsabili dell’azione criminosa attuata in dispregio delle regole del vivere civile e in segno di sfida nei confronti delle istituzioni che gravitano sul territorio”.
    L’autovelox distrutto era stato riattivato lo scorso 18 febbraio.

(ansa)

Autovelox abusivo, 40mila multe annullate

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Un autovelox implacabile. Capace di multare in poco più di un anno 42mila automobilisti. Installato nel 2017 al km 17 della via Appia Nuova, il killer della velocità è entrato in funzione a fine 2018, collezionando una serie record di infrazioni. Peccato però che l’impianto di controllo sia totalmente abusivo.

L’Anas, infatti, che ha in gestione quel tratto di strada non ha mai rilasciato il nullaosta al Comune di Ciampino che lo aveva installato e ha multato la stessa amministrazione per la violazione. Una battaglia legale fatta di ricorsi e controricorsi che ha visto sconfitto proprio il Comune aeroportuale. La Prefettura di Roma, infatti, con un’apposita ordinanza ha rigettato il ricorso del Comune di Ciampino avverso al verbale di Anas per installazione abusiva dell’autovelox. Il risultato? Una valanga di ricorsi per far annullare le tante contravvenzioni prese dagli automobilisti: l’ordinanza della Prefettura, di fatto, dà il via libera alle contestazioni di chi si sente ingiustamente multato. Ma perché Anas si è scagliata con tanta veemenza verso questo autovelox? Semplice, essendo l’Appia una strata statale in concessione proprio ad Anas, la società è stata letteralmetne subissata di ricorsi e raccomandante da parte degli automobilisti multati.

L’impianto, infatti, è poco visibile e scarsamente segnalato: quindi chi è stato multato ha tentato la via del Giudice di Pace. Da lì è partita un’indagine per ricostruire la vicenda: a dare il via libera all’installazione è stata proprio l’amministrazione di Ciampino che ora rischia di trovarsi un buco nel bilancio per i tanti risarcimenti che potrebbero esser intimati dai tribunali amministrativi. A spanne circa 3 milioni di euro. Al momento il dispositivo è ancora nel posto dov’è stato posizionato senza le necessarie autorizzazioni. Da via Appia Nuova, in un punto in cui il limite di velocità è di sessanta chilometri orari, l’autovelox non è infatti stato ancora rimosso. «Ma non è in funzione», assicurano i tecnici della municipale di Ciampino.

fonte: leggo

Sacchetti di plastica non in regola, intervento della municipale

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20100228-Milano-Blocco del traffico e Domenica a piedi dalle 10 alle 18 controlli della Polizia Locale in Porta Venezia e Corso Bunos Aires-ANSA/MILO SCIAKY

La Polizia locale di Milano ha sequestrato 610 mila sacchetti di plastica non a norma nel corso di una operazione partita da un controllo al mercato settimanale di via Marco Aurelio. Il trasgressore, un cittadino di origine marocchina di 24 anni, è stato sanzionato per 18.400 euro per aver immesso in commercio sacchetti privi dei requisiti di compostabilità, biodegradabilità e riutilizzabilità e per aver svolto attività commerciale senza autorizzazione. Dopo aver assistito, infatti, alla vendita di sacchetti agli operatori del mercato, gli agenti hanno identificato la persona che li stava cedendo e controllato il furgone che utilizzava per il trasporto e la distribuzione, all’interno del quale è stata rinvenuta una prima tranche di circa 70 mila borse senza etichettatura e loghi che ne indicassero requisiti di legge, denominazione e sede del produttore.

Polizia locale, il bilancio di un anno di attività

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MAGENTA – Ventuno persone in servizio al comando di Polizia Locale, 1092 interventi eseguiti dalle pattuglie su segnalazione dei cittadini, 505 sopralluoghi effettuati in un anno. Sono solo alcuni dei numeri presentati nel report delle attività svolte dalla Polizia Locale di Magenta nel 2019 presentato in Sala Giunta alla presenza del sindaco Chiara Calati, del vicesindaco e assessore alla Sicurezza, Simone Gelli e del Comandante di Polizia Locale, Angelo Sallemi. “Gli importanti risultati raggiunti sono frutto di una pianificazione puntuale, ma questo è solo l’inizio di un percorso che ci porterà a dare risposte ai cittadini in maniera sempre più efficace e veloce – ha commentato il sindaco – Il Patto Locale per la Sicurezza rappresenta per noi motivo di orgoglio perché Magenta è diventata un modello da seguire. Continueremo a fare sempre di più – ha infine concluso il primo cittadino – la sicurezza è un obiettivo primario: solo un territorio sicuro è in grado di attrarre commercio, investimenti e generare sviluppo”. “Sono stati due anni e mezzo di lavoro intenso, mai come ora la città ha investito risorse fresche per la sicurezza dei cittadini – ha spiegato Gelli – si tratta di una scelta di campo importante, abbiamo installato 30 nuove telecamere e continuiamo a implementare il sistema di videosorveglianza nei punti sensibili della città come in via Milano e a Ponte Nuovo dove lo scorso anno sono entrati in funzione due varchi. Nel 2019 è stato introdotto il ‘numero veloce’ per contattare il comando – ha ricordato l’assessore – è stato modificato il regolamento di polizia locale, introdotto il Daspo urbano (10 quelli emessi nel 2019), adeguato il parco mezzi con la sostituzione di tre auto, forniti nuovi strumenti come lo spray urticante e investito sulla formazione degli agenti”. Uno spaccato dell’operato del comando di Polizia Locale, all’avanguardia e in grado di lavorare in sinergia con le altre Forze dell’Ordine del territorio, quello presentato dall’amministrazione. “Non dimentichiamo gli interventi come il “Natale sicuro”, le campagne antitruffa e anticontraffazione e le attività all’interno delle scuole per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo oltre che per la formazione dei ragazzi in tema di educazione stradale. Di grande importanza – ha sottolineato il vicesindaco – il Patto Locale per la Sicurezza, che vede Magenta protagonista e la quotidiana collaborazione con carabinieri, polizia e guardia di finanza. Solo lo scorso anno – ha concluso Gelli – abbiamo ricevuto 124 richieste da parte delle altre Forze dell’Ordine di prendere visione delle immagini registrate dal nostro sistema di videosorveglianza, un dato che sottolinea l’importanza di quanto fatto fino ad ora”. Obiettivi importanti quelli raggiunti dagli uomini della Polizia Locale di Magenta che dallo scorso autunno sono sotto il comando di Sallemi. Il comandante ha voluto porre l’attenzione sul lavoro di formazione svolto nelle scuole della città. “Educare i giovani per noi è il più grande investimento per il futuro – ha affermato il comandante – non mi riferisco soltanto all’educazione stradale, ma anche agli interventi per il contrasto alle diverse forme di bullismo. Formare, educare e trasmettere valori sani ai giovani significa avere una società più sana e coesa in futuro”. L’attenzione della polizia locale non è rivolta solo ai più giovani, ma anche agli anziani ai quali è stata rivolta la campagna antitruffa. “Conoscere come si muovono i truffatori può fare la differenza e denunciare è fondamentale”, ha detto Sallemi ricordando anche la collaborazione con il Centro Antiviolenza. “I nostri agenti di Polizia Locale sono sempre presenti sul territorio al servizio dei cittadini e lavoriamo ogni giorno per loro e per rendere onore alla nostra divisa”, ha infine concluso il comandante.

Multe, opposizione accolta se il Prefetto non si costituisce

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Se il Prefetto non si costituisce nel giudizio instauratosi a seguito dell’opposizione dell’automobilista l’istanza dell’opponente è accolta e il verbale annullato.

Lo ha chiarito il Giudice di Pace di Avellino nella sentenza n. 260/2020 (qui allegata) pronunciandosi sul ricorso di un conducente, assistito dalla Globoconsumatori Onlus, avverso un verbale di contestazione elevatogli dal Centro Nazionale Accertamento Infrazioni di Roma.

Nel caso di specie è stato rilevato il mancato deposito della documentazione e la scelta di non difendere la legittimità della propria azione amministrativa da parte della Prefettura di Avellino. Grava, infatti, sull’autorità amministrativa l’onere di dimostrare la fondatezza dell’azione amministrativa a seguito delle esplicite censure del ricorrente.

Per il Giudice di pace ne è conseguito che, ove l’amministrazione non adempia l’onere di dimostrare compiutamente l’esistenza di fatti costitutivi dell’illecito, allora l’opposizione dovrà essere accolta. 

Nel caso in esame, l’autorità opposta sul quale gravava l’onere di provare la fondatezza dell’azione amministrativa nulla ha dedotto ne provato e, anzi, omettendo sia di costituirsi che di depositare la documentazione richiesta, ha scelto di non difendere nella dialettica processuale la legittimità della propria azione amministrativa. 

Guida al telefono, s’inasprisce il codice della strada

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Il telefono alla guida è una delle cause più ricorrenti di incidenti stradali, con un tasso percentuale più alto persino dell’eccesso di velocità e della mancata precedenza agli incroci.

Quasi 40.000 incidenti all’anno sono provocati dalla distrazione che comporta l’uso del cellulare alla guida, un comportamento che riduce drasticamente il grado di attenzione del conducente e che si traduce, mediamente, in uno spazio di frenata molto più ampio del normale, con misure paragonabili a quelle tipiche di chi guida in stato di ubriachezza.

Per questo motivo, la Commissione Trasporti della Camera ha recentemente approvato un disegno di legge che prevede l’inasprimento delle sanzioni per chi guida utilizzando telefoni cellulari,smartphone o altri dispositivi elettronici per comunicare a distanza, inviare messaggi o navigare sul web.

 LA LEGGE PRIMA 

La guida al telefono è attualmente sanzionata dall’art. 173 del codice della strada, che espressamente vieta al conducente di fare uso, durante la marcia, di apparecchi telefonici, a meno che non si utilizzino tecnologie come il viva voce o gli auricolari.

La sanzione attualmente prevista a carico di chi utilizza il telefono alla guida è solo una multa di importo tra 165 e 661 euro. Soltanto in caso di recidiva, entro due anni dalla prima violazione, si applica la sanzione accessoria della sospensione della patente, per un periodo da uno a tre mesi.

LE MODIFICHE

Il testo appena approvato in Commissione Trasporti si prefigge un inasprimento della sanzione.

Se dovesse passare il vaglio delle assemblee di Camera e Senato, il nuovo testo di legge disporrebbe  incremento dell’importo della sanzione pecuniaria a carico di chi guida con il cellulare in mano.

I nuovi importi, infatti, sono stati proposti nella misura minima di euro 422 e in un massimo di ben 1.697 euro.

Con le nuove norme, la sospensione della patente scatterebbe immediatamente, per un periodo da sette giorni a due mesi.

In caso di recidiva al conducente verrebbe comminata anche una nuova sanzione pecuniaria, ancora più pesante: da 644 euro fino a ben 2.588 euro.

In più, chi verrà sanzionato per guida con cellulare subirà la decurtazione di 5 punti dalla patente di guida; decurtazione cha potrebbe arrivare a 10 punti, in caso di recidiva.

L’UNICO USO CONSENTITO 

Parlare al telefono durante la guida è consentito solamente:

  • con l’utilizzo di apparecchi a viva voce, che devono essere sincronizzati con lo smartphone prima di mettersi in marcia
  • con l’utilizzo di auricolari (ad es. bluetooth) su un solo orecchio

Tutto ciò per non diminuire il livello di attenzione del conducente e per lasciargli il libero utilizzo delle mani per compiere le necessarie manovre di guida.

Legittimo il sequestro cautelare anche in presenza di autorizzazione allo scarico

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Secondo la giurisprudenza di legittimità, sentenza n.560 del 10 gennaio 2020 III sez.pen., condotta idonea ad integrare il reato di inquinamento ambientale di cui all’art. 452-bis cod. pen. è tanto quella svolta in assenza delle prescritte autorizzazioni o sulla base di autorizzazioni scadute o palesemente illegittime o comunque non commisurate alla tipologia di attività richiesta, quanto quella posta in essere in violazione di leggi statali o regionali – ancorché non strettamente pertinenti al settore ambientale – ovvero di prescrizioni amministrative. Non va trascurato, sostiene la Corte, che, sempre prestando attenzione al profilo normativo, che, così come espressamente prevede l’art. 29-quattuordecies d.lgs. n. 152 del 2006, il titolare di autorizzazione integrata ambientale può rispondere di un reato se effettua scarichi in difformità delle prescrizioni fissate in tale provvedimento abilitativo o imposte dalla competente autorità. Di conseguenza, può essere legittimamente ritenuta, in considerazione della situazione di fatto rilevata in concreto, e senza che nemmeno ricorra una questione di disapplicazione di provvedimenti amministrativi, la sussistenza o la permanenza del periculum in mora, relativamente alla commissione di reati concernenti l’inquinamento dell’acqua o dell’aria, derivante dalla libera disponibilità di un impianto o di una struttura aziendale anche se questi operino in presenza di autorizzazioni ad effettuare scarichi di acque reflue industriali o emissioni nell’aria.

Perugia, taser per la polizia locale

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Agenti della municipale armati di taser, il Comune di Perugia dice sì. È stata approvata con 17 voti a favore, 8 contrari e 3 astensioni dal consiglio comunale la modifica al regolamento comunale per la disciplina dell’armamento del Corpo di Polizia Municipale, finalizzata alla sperimentazione di armi a impulsi elettrici, il cd Taser, proposta dalla Lega.

La modifica, già approvata in I Commissione consiliare, lo scorso 31 gennaio, consiste nell’introduzione nel suddetto regolamento di un nuovo Capo, il VI (Disposizioni ulteriori – Sperimentazione armi ad impulsi elettrici) e un ulteriore articolo, il 21, che recita: “In applicazione delle previsioni dell’art. 19 del Decreto Legge 4 ottobre 2018, n. 113, così come convertito dalla Legge 1 dicembre 2018, n. 132, il Corpo di Polizia Locale di Perugia è autorizzato a dotare, in via sperimentale per sei mesi, di un’arma ad impulsi elettrici due operatori aventi la qualifica di pubblica sicurezza; la sperimentazione avrà inizio a conclusione del periodo formativo del personale interessato e sarà formalmente comunicata dal Comandante del Corpo al Sindaco ed al Prefetto; la sperimentazione avrà luogo secondo ulteriori disposizioni normative e successivi atti che verranno adottati”.“

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