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Lutto nella polizia locale, morto il comandante Anselmi

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SANT’ANGELO ROMANO – Lutto a Sant’Angelo Romano, Comune della provincia nord est alle porte di Roma per la perdita del Comandante della Polizia Municipale, Alessandro Anselmi. Lo rende noto manifestando cordoglio e vicinanza ai familiari la Sindaca Martina Domenici. 

“Esprimo a nome mio e di tutta la comunità di Sant’Angelo Romano le più commosse e sentite condoglianze ai familiari del giovane Alessandro Anselmi. Comandante della polizia Locale, marito, padre nonché dirigente serio, preparato e stimato da tutti. La morte di Alessandro è una grave perdita per tutta la comunità e per tutti coloro che, come me, hanno avuto la fortuna di apprezzarne le qualità umane, l’impegno quotidiano nel lavoro e la sua infaticabile operatività, attenta e competente”.

“La giunta – scrive la Sindaca sulla pagina facebook istituzionale del Comune dei Monti Cornicolani – l’Amministrazione Comunale e tutta la comunità si stringe attorno ai sui cari. Con profondo dolore e tristezza, non mancherò personalmente di tenere viva la sua memoria e di trasferire a quanti verranno l’esempio di Alessandro, una persona per bene”.

Cordoglio per la perdita del Comandante dei vigili urbani è arrivata anche da parte dell‘Associazione Polizia Locale comandi del Lazio: “L’Associazione piange un amico, che solo due mesi fa era con noi alle celebrazioni di San Sebastiano, per la prima volta nella sua veste di Comandante della Polizia Locale di Sant’Angelo romano, pronto e disponibile per dare il suo contributo alla organizzazione dei prossimi eventi. E invece no. Ieri, domenica 23 febbraio, mentre stava allegramente trascorrendo una giornata al carnevale di Cave, per una volta libero dal servizio, insieme alla moglie Lia e ai sue due bambini, Elena ed Edoardo, si è sentito male. I colleghi, suoi amici, lo hanno subito soccorso, e l’ambulanza lo ha trasportato al Pronto soccorso di Palestrina, per poi essere trasferito successivamente al Policlinico Umberto I di Roma, dove la situazione è precipitata, e una emorragia celebrale lo ha portato via ai suoi affetti.

“La notizia, che abbiamo diffuso questa mattina presto qui su facebook e nei vari canali social, ha lasciato tutti increduli. Alessandro, 37 anni, una Laurea in Scienza Politiche e un master in Scienze della Pubblica Amministrazione,è l’emblema del ragazzo che ama il mestiere della Polizia Locale, studia e in pochi anni passa dal grado di agente a quello di Comandante. Lo ricordano bene i colleghi dei comandi dove ha prestato servizio: CaveSan CesareoPiglioColleferro e, ultimo, la nomina a Comandante di Sant’Angelo Romano, avvenuta lo scorso 1 ottobre”.

“Verrà ricordato anche al Comune di Cori, dove per sei mesi nel 2018 ha ricoperto l’incarico di Funzionario responsabile dell’area economico finanziaria. Il Presidente dell’Associazione Polizia Locale Comandi del Lazio, Dario Di Mattia, i Vice Presidenti Antonio D’Agostino e Luisa Moretti, il Direttivo e tutti i soci si stringono al dolore della moglie Lia (anch’essa nostra collega), e dei piccoli Elena ed Edoardo e si uniscono alla comunità di Castel Sant’Angelo Romano“. 

A stringersi attorno al dolore dei familiari del collega anche il Comandante del Corpo della Polizia Locale di Roma Antonio Di Maggio: “Con profondo dolore e tristezza ho appreso la notizia della prematura scomparsa del collega Alessandro Anselmi, Comandante della Polizia Locale di Sant’Angelo Romano, Comune alle porte di Roma. Stroncato da un malore, ieri Alessandro ci ha lasciato a soli 37 anni. Profondamente colpito, desidero esprimere a nome mio e di tutto il Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale il più sentito cordoglio e vicinanza ai suoi affetti“. “

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Scout Speed, anche il Giudice di Pace di Bergamo conferma l’obbligo della preventiva segnalazione

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Con la sentenza n. 1049 dell’11 dicembre 2019 il Giudice di Pace di Bergamo ha chiarito che anche l’impiego del dispositivo «Scout Speed» soggiace – laddove finalizzato al controllo del rispetto dei limiti di velocità, anziché all’individuazione degli autoveicoli privi di copertura assicurativa o non sottoposti a revisione periodica – alle stesse regole previste per i rilevamenti eseguiti con strumenti aventi la medesima funzione (si pensi, ad esempio, agli autovelox e ai tele-laser), con conseguente obbligo di preventiva segnalazione, dovendo essere preannunciato ai conducenti con sufficiente anticipo, attraverso l’utilizzo di idonea segnaletica stradale. Il fatto La pronuncia trae origine dall’impugnazione di un verbale di contestazione elevato da un Comando di Polizia Locale nei confronti di un utente della strada a causa del superamento dei limiti di velocità, rilevato mediante l’utilizzo dell’apparecchiatura denominata «Scout Speed».

Dal predetto verbale, in particolare, si evinceva che gli agenti accertatori non avevano proceduto alla preventiva segnalazione delle operazioni di controllo in atto, in quanto «indicazioni non necessarie, stante l’accertamento di tipo dinamico», ancorché l’art. 142, comma 6-bis del Codice della Strada sia chiaro nell’imporre un obbligo di segnalazione – preventiva e ben visibile – nei confronti di tutte le postazioni di controllo deputate al rilevamento della velocità, siano esse fisse o mobili (cfr. Tribunale Belluno, 12 ottobre 2017, n. 535).

A detta del Comando di Polizia Locale, in particolare, le prescrizioni contenute nel DM 15 agosto 2007 e nel successivo DM 16 giugno 2017, n. 282 (cfr. allegato n. 1, punto 7.3.) – avverso il quale risulta tuttora pendente, dinnanzi alla IIIª sezione del T.A.R. Lazio Roma, un giudizio promosso da alcuni automobilisti multati in Provincia di Rovigo – consentirebbero di escludere l’operatività dell’obbligo di presegnalazione in tutti i casi di utilizzo di strumenti di rilevamento della velocità installati a bordo dei veicoli in dotazione della polizia locale e operanti in modalità dinamica, ovverosia in condizioni di movimento.

La decisione Il Giudice di Pace di Bergamo, di contro, facendo proprie le motivazioni espresse sul punto da altri giudici, ha ritenuto «che anche in caso di accertamento della velocità per mezzo di apparecchio Scout Speed sia necessaria la presegnalazione, come indicato nell’art. 142, comma 6-bis C.d.s., in quanto la valenza di tale fonte normativa è certamente superiore rispetto alla normativa sopra indicata che ha, viceversa, rango e fonte subordinata ad essa».

Tale decisione appare conforme ai principi generali dell’ordinamento e immune da vizi. Le disposizioni contenute nell’art. 142, comma 6-bis del Codice della Strada, difatti, essendo racchiuse all’interno di una fonte normativa di rango primario, non possono in alcun modo essere derogate da disposizioni di rango regolamentare aventi natura di fonti subordinate (in termini cfr. Giudice di Pace di Reggio Emilia, 22 marzo 2017, n. 286; Id., 26 settembre 2016, n. 1138). Da ciò consegue che, nei casi – come quello in esame – di antinomia, il contrasto non può che essere risolto mediante l’impiego del c.d. criterio gerarchico, in base al quale «lex superior derogat legi inferiori».

Conferme in tal senso si ricavano anche dall’art. 4, comma 1 delle Preleggi, secondo cui «i regolamenti non possono contenere disposizioni contrarie alle disposizioni delle leggi».

Alle considerazioni sopra esposte, si aggiungano poi le riflessioni legate: i) alla natura inderogabile della disposizione normativa in esame, quale norma applicabile a tutti i tipi i dispositivi di rilevamento della velocità, siano essi fissi o mobili (in senso conforme cfr. Prontuario delle violazioni alla circolazione stradale in uso presso i comandi di polizia locale; Cassazione Civile, sez. II, 22 giugno 2011, n. 13727; parere reso dal Presidente dell’ANVU – Associazione Polizia Locale d’Italia); ii) alla materiale esigibilità dell’obbligo di preventiva segnalazione anche in presenza di strumenti mobili di rilevamento della velocità, ben potendo il medesimo essere attuato o mediante l’impiego di cartelli stradali (permanenti o temporanei) o attraverso l’utilizzo di dispositivi di segnalazione luminosi installati a bordo degli autoveicoli in dotazione dei comandi di polizia locale.

fonte: ilsole24ore

“Il pedone ha sempre ragione”

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BOLOGNA – “Il pedone ha sempre ragione” è il flash mob lanciato da Salvaiciclisti per mercoledì 26 febbraio: l’appuntamento è dalle 8 alle 9, orario di punta, in piazza di porta San Vitale, dove i pedoni faticano non poco ad attraversare la strada.

“Ci troveremo all’attraversamento ciclopedonale di porta S. Vitale”, spiega l’associazione, “per un’azione dimostrativa: rivendicare il diritto di muoverci in sicurezza nella nostra città e per difendere quello spazio che dovrebbe essere a salvaguardia degli utenti più deboli della strada e che invece, sempre più spesso, diventa teatro di morti e feriti”.

“Vogliamo lanciare un messaggio chiaro e diretto: Il pedone ha sempre ragione”. Come? Attraverso l’operazione “Cuscinetti”: “Creeremo una catena umana per garantire l’attraversamento in sicurezza a pedoni e ciclisti. Scenderemo in strada per ricordare le tante vittime di un sistema che considera pedoni e ciclisti come scomodi ostacoli alla circolazione, anziché risorse per il cambiamento verso una mobilità più sostenibile, più sicura, più umana”.

Coronavirsu, l’Ugl: mascherine e guanti per la polizia locale

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CUna lettera al comandante della polizia municipale di Ancona, al sindaco, al consiglio comunale, all’Asur e alla Prefettura. A scrivere è l’ UGL – Polizia Locale Marche, che chiede di conoscere lo stato delle misure di sicurezza legate all’emergenza coronavirus per gli agenti. 

«Alla luce degli sviluppi del “CORONAVIRUS”, e considerato il particolare ruolo espletato dagli Operatori di polizia locale – si legge nel testo- la scrivente organizzazione sindacale chiede se sono state adottate e somministrate tutte le informazioni/formazione nonché  la fornitura dei previsti DPI , come mascherine a filtri FFp3 e guanti  ai sensi del D Lgs 81/08». La missiva è firmata dal segretario regionale, Vincenzo Marino. 

Stessa richiesta anche per la “zona rossa”.

In seguito agli sviluppi delle ultime sul Coronavirus in Lombardia e in Bergamasca, gli agenti della Polizia locale chiedono più sicurezza per i loro interventi sul territorio. Ecco il comunicato diffuso dal sindacato regionale di categoria Sulpl:

I lavoratori devono essere messi nelle migliori condizioni possibili, al fine di svolgere le mansioni richieste garantendone salute e incolumità.
Premesso ciò, senza voler creare allarmismi di alcun tipo, ben consapevoli che allo stato attuale l’attenzione verso il CoronaVirus, denominato 2019-nCoV, indicato come agente causale 
della citata epidemia, è massima, tuttavia, anche in relazione ai recenti fatti di cronaca che denotano la presenza di persone infette sul territorio lombardo, si ritiene sia necessario adottare tutte le misure possibili per prevenire un eventuale contagio e ridurre al minimo il rischio, in rapporto alla tipologia di attività della Polizia Locale e più in generale di ogni dipendente comunale esposto al contatto diretto con il pubblico.

Si richiede, inoltre, di dotare tutti i locali del Comune con accesso al pubblico nonché il Comando e i veicoli d’Istituto della Polizia Locale, di: dispositivi 
di protezione per le mani/guanti in lattice, monouso, trattati con polvere antisudore e di taglia idonea, affinché possano aderire perfettamente alle mani; dispositivi di protezione delle vie 
respiratorie, maschere facciali filtranti monouso, con idoneo contenitore di smaltimento; disponibilità di gel disinfettante.

Si chiede infine di predisporre idonei divisori per le postazioni ove viene ricevuto il pubblico e di mantenere funzionanti e agibili, ove presenti, le docce al fine di garantire la cura e l’igiene della persona al termine del servizio.


 

Coronavirus, occhio alle truffe

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RAVENNA – In arrivo, dopo l’emergenza Coronavirus, anche le prime truffe a domicilio. La Polizia Locale della Bassa Romagna ha infatti diffuso sulla sua pagina Facebook una nota dove informa tutti i cittadini “che non è in corso alcuna attività di controllo sanitario o di altro genere a domicilio.”
E aggiunge: “Non fidatevi di chi chiama o si presenta a domicilio per controlli o verifiche sanitarie di qualsiasi genere, qualora si venisse contattati per iniziative di questo tipo si tratta quasi sicuramente di un tentativo di truffa. Si prega pertanto di segnalarlo al numero emergenze della Polizia Locale 800 072525 o chiamare il 112”.

Coronavirus, l’ordinanza del ministero della salute

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Ordinanza Ministero della salute 21/2/2020 (G.U. 22/2/2020 n. 44)

Ulteriori misure profilattiche contro la diffusione della malattia infettiva COVID-19.

Articolo 1

1. E’ fatto obbligo alle Autorita’ sanitarie territorialmente competenti di applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per giorni quattordici, agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19. 
2. E’ fatto obbligo a tutti gli individui che, negli ultimi quattordici giorni, abbiano fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanita’, di comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria territorialmente competente. 
3. Acquisita la comunicazione di cui al comma 2, l’Autorita’ sanitaria territorialmente competente provvedera’ all’adozione della misura della permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva ovvero, in presenza di condizione ostative, di misure alternative di efficacia equivalente.

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Multe e rifiuti: un condòmino non fa la raccolta differenziata? Paga tutto il condominio

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L’Europa, con la Direttiva 2008/98/CE, ha obbligato gli Stati membri ad adottare le disposizioni necessarie al riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti provenienti dalle raccolte differenziate domiciliari. La materia in Italia è stata recepita e disciplinata con D.Lgs.n.152 del 3 aprile 2006, in materia ambientale, e dai singoli regolamenti comunali per la gestione dei rifiuti.
Per quanto riguarda nello specifico il condominio, l’amministratore ha su di sé i maggiori obblighi, in particolare per quanto riguarda la ricezione e la gestione dei bidoni che vengono utilizzati per la raccolta differenziata, mentre in caso di violazione dei regolamenti comunali la responsabilità ricade sui condomini. La raccolta differenziata, pur essendo vantaggiosa per la gestione dei rifiuti e delle discariche, comporta una serie di problematiche organizzative, non sempre facili da applicare ai condomini, soprattutto in merito alla scelta delle aree dove posizionare i contenitori dei rifiuti.

Bidoni e spazzatura

È l’assemblea condominiale che decide in merito al posizionamento e all’uso dei bidoni, in quanto beni comuni. Pertanto, la delibera che disciplina l’uso di un bene comune può essere legittimamente assunta con la maggioranza di cui all’art. 1136, secondo comma, c.c. (Cass. Civ. sez.II, 26 gennaio 2016 n. 1421). La raccolta differenziata della spazzatura viene organizzata, solitamente, con la consegna da parte del comune o del gestore del servizio all’amministratore di condominio di contenitori da collocare all’interno degli spazi condominiali per indifferenziato, carta e cartone, organico, plastica, vetro, ecc. in numero e dimensioni che variano in base al numero di condomini presenti nell’edificio.

Gestione e cura dei bidoni

Con la consegna dei bidoni si configurano degli obblighi in capo all’amministratore del condominio riguardo alla loro gestione e alla loro cura. L’amministratore è tenuto infatti a:
1) ricevere e custodire tali contenitori, che sono concessi in comodato gratuito ex artt. 1803 e ss c.c., utilizzandoli come previsto dal contratto o dalla natura del bene.
In caso contrario i condomini rischiano di dover pagare i danni al proprietario dei bidoni, nel caso in cui ne avessero fatto un uso improprio o addirittura li avessero persi;
2) informare i condomini in merito alle norme per la custodia, la conservazione dei contenitori ricevuti e il loro utilizzo. Non si tratta di un generico obbligo di informazione, ma di un compito che si può dire svolto solo quando i condomini sono a conoscenza delle modalità organizzative della raccolta dei rifiuti, comunicate dal capo condominio nelle forme di rito (racc. a.r, pec, fax o mail), anche con un cartello esposto nella bacheca condominiale;
3) il terzo obbligo riguarda la cura, la manutenzione e il lavaggio dei contenitori assegnati, che sono a carico del condominio e devono essere organizzate dall’amministratore, tenendo presente che la manutenzione e la sostituzione dei contenitori, se dovuta a rotture per deperimento, per usura o per cause non imputabili all’utente per dolo o colpa grave, sono a carico del gestore. Con riferimento alla pulizia dei bidoni, nel caso in cui questa attività venga affidata a una ditta esterna, la spesa per la pulizia dei contenitori dei rifiuti va ripartita in base ai millesimi di proprietà come qualsiasi altra spesa per parti o servizi comuni.

La collocazione dei bidoni

Quanto alla collocazione è dovere dell’amministratore del condominio individuare le aree adatte al posizionamento dei contenitori all’interno dei cortili o degli spazi privati condominiali, tenendo presente che spesso il regolamento comunale prevede anche la distanza che deve essere tenuta tra i bidoni e le eventuali finestre e/o porte di ingresso del condominio. I contenitori in ogni caso non possono essere collocati in un luogo qualsiasi, ma devono essere custoditi in aree condominiali e devono essere esposti nei giorni e negli orari stabiliti per la raccolta. Dopo lo svuotamento i contenitori devono essere riportati all’interno della proprietà, tranne nel caso in cui le aree private in cui sono custoditi i bidoni sono aperte e permettono il passaggio e lo svolgimento delle operazioni da parte dei soggetti incaricati alla raccolta. Il gestore può infatti accedere con i propri operatori e/o mezzi nelle aree private per prelevare, svuotare il contenitore e riporlo nella postazione originaria solo in presenza di idonee condizioni di accesso preventivamente verificate, ed esclusivamente se autorizzato con apposito documento sottoscritto dall’amministratore di condominio.

Spazzatura, la violazione delle norme

I condomini in quanto proprietari (o titolari di diritti reali o personali di godimento) dell’area su cui si trovano i rifiuti potrebbero essere chiamati a rispondere di abbandono o deposito incontrollato di rifiuti. In tale situazione la violazione delle norme a presidio della raccolta differenziata comporta l’irrogazione di una sanzione che consiste in una multa da pagare a carico dell’intero condominio.
Le multe vengono comminate sia in caso di erronea modalità di effettuazione della raccolta differenziata (ad esempio se si trovano nel contenitore della carta degli imballaggi di plastica) sia per la mancata collocazione dei bidoni così come previsto dalla normativa. L’amministratore di condominio ricevuto il verbale della sanzione, deve addebitare la spesa all’intero complesso condominiale, ripartendola in base ai millesimi tra tutti i condomini. Tutti quindi saranno costretti a pagare a causa di alcuni per l’impossibilità di individuare il vero responsabile.

Le multe e le responsabilità dei condòmini

Se i condòmini non rispettano le norme sulla raccolta differenziata non è un problema dell’amministratore che in nessun caso può essere ritenuto responsabile di tali comportamenti. Non compete all’amministratore infatti controllare se i rifiuti vengono suddivisi nei bidoni correttamente, né tantomeno l’amministratore è dotato, per legge, di poteri coercitivi nei confronti dei condòmini, come l’applicazione di multe. L’amministratore di condominio ha quindi notevoli obblighi e responsabilità per la raccolta differenziata in condominio, ma in caso di violazione dei regolamenti comunali in merito all’assegnazione dei rifiuti nei rispettivi contenitori della raccolta differenziata la responsabilità ricade su tutti i condomini.

*Comitato Scientifico del portale Condominio e Locazione di Giuffrè Francis Lefebvre.

I soldi delle multe? Anche per rifiuti e decoro urbano

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Nel decredo Milleproroghe al vaglio del Parlamento sono contenute novità nella destinazione dei proventi delle multe per violazione del Codice della Strada ma sono rivolte esclusivamente alle Città Metropolitane  e alle Province. Dopo l’articolo 39 del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162 sono inseriti i seguenti: « Art. 39-bis. – (Utilizzo dei proventi derivanti dalle sanzioni previste dal codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285) – 1. All’articolo 18, comma 3-bis, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, le parole:
“Per gli anni 2017 e 2018” sono sostituite dalle seguenti: “Per gli anni dal 2017 al 2022” e dopo le parole: “sicurezza stradale” sono aggiunte le seguenti: “, nonché per interventi per il ricovero degli animali randagi, per la rimozione dei rifiuti abbandonati e per il decoro urbano delle aree e delle sedi stradali”.  In pratica, l’allora norma che riguardava i bilanci di province e città metropolitane viene ampliata fino al 2022, consentendo alle province e alle città metropolitane, in deroga alla legislazione vigente, la possibilità di utilizzare le quote previste dall’articolo 142, comma 12-ter, e dall’articolo 208, comma 4, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, per il finanziamento degli oneri riguardanti le funzioni di viabilità e di polizia locale con riferimento al miglioramento della sicurezza stradale, ma anche (è questa la novità introdotta) per ricoverare gli animali randagi, rimuovere i rifiuti abbandonati e per il decoro urbano delle aree e delle sedi stradali. Le modifiche riguardano anche le province per le quali sussistono molte criticità, sia per quanto riguarda i compiti di polizia stradale, che solo poche Polizie Provinciali continuano effettivamente ad espletare e con poche risorse umane, e il mancato versamento alle stesse da parte di molti comuni delle somme incassate per i controlli velocità sulle strade provinciali, in assenza dell’apposito decreto del Ministero dell’Interno d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che tarda ad arrivare, dopo il passaggio in Conferenza Stato – Città dello scorso novembre.  

Diffidente? No, prudente! La campagna anti truffa di Comune e Polizia Locale

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GENOVALe modalità, i trucchi e i sotterfugi sono sempre gli stessi. C’è chi riesce a farsi aprire la porta raccontando che c’è una fuga di gas e dev’essere controllato ogni angolo di casa, così può mettere le mani nei cassetti. Oppure chi fa credere a una persona anziana che deve consegnare un pacco a pagamento per un familiare e si fa dare dei soldi. Fino alla finta baby sitter dove effettivamente abitano famiglie con un bimbo piccolo.

Metodi conosciuti, ma che spesso vanno a segno, nonostante le raccomandazioni alla prudenza, con il risultato che le truffe agli anziani continuano a essere frequenti. Un fenomeno in aumento che nel 2018 ha fatto registrare 2.240 denunce, salite a 3.132 nel 2019, un numero alto, soprattutto se si considera che molte vittime non denunciano per vergogna.

Per questo motivo l’assessorato alla Sicurezza e la Polizia Locale  hanno deciso di realizzare un opuscolo dal titolo “Diffidente? No, prudente”, con i consigli per prevenire il fenomeno delle truffe agli anziani.

L’opuscolo descrive le modalità più frequenti delle truffe e spiega come difendersi. Si dice, per esempio, che è bene diffidare dalle apparenze: i truffatori spesso sono gentili e rassicuranti, si travestono a volte da operai altre da impiegati di servizi pubblici, in modi e tempi quasi sempre calibrati in base alle abitudini della vittima. Vista l’imprevedibilità di questi comportamenti criminali, come sottolineato con forza nell’opuscolo, la porta non andrebbe mai aperta agli sconosciuti.

“Come recita il titolo della nostra guida, è importante capire che prudenza non deve significare diffidenza – dichiara l’assessore alla Sicurezza-. E’ anche vero, però, che la truffa è un reato odioso perché si compie attraverso trucchi e sotterfugi, sfruttando le paure o – peggio – la naturale inclinazione a fare del bene, e umilia chi la subisce, soprattutto se si tratta di persone anziane. Per questo siamo sicuri che diffondere una guida di agile lettura ma anche ben documentata, che riporta esempi di situazioni potenzialmente pericolose e di possibili tecniche per evitarle, possa rendere più forti. Non occorre aver paura, ma anzi è importante essere consapevoli della realtà, sapendo di poter avere al nostro fianco le istituzioni e, in particolare, le Forze di Polizia”.

“Sono felice di questa iniziativa che vede coinvolta la Polizia Locale per contrastare, sul piano della prevenzione, un fenomeno tanto odioso quanto, purtroppo, diffuso – ha dichiarato il comandante della Polizia Locale Luca Giurato -. E’ un’occasione per essere più vicini al cittadino mettendo a sua disposizione la nostra professionalità e il nostro sostegno. Una campagna che vuole sensibilizzare tutti, non solo perché potenziali vittime ma anche perché ciascuno di noi, anche semplicemente parlandone, può fare molto per avversare questi veri e propri ‘professionisti’ dell’inganno. La Polizia Locale farà al meglio la propria parte”.

Nel libretto si invitano gli anziani a non esitare a chiedere aiuto al numero di emergenza 112 e al numero verde 800 394839. A non avere timore né vergogna e, se hanno subito una truffa o se sono vittime di raggiri a contattare subito le forze dell’ordine che sapranno come tutelarli e dare loro supporto.

Al numero verde rispondono (da lunedì a venerdì 8.30/12) ex agenti di Polizia Locale in pensione appartenenti alla Società Mutuo Soccorso Polizia Municipale Genova.

Ecco i dati salienti della campagna. A Genova vivono 164.985 residenti over 65 (fonte Istat 2018) che rappresentano il 28,44 % della popolazione totale.

Queste le attività pianificate:

  • distribuzione, in due tranche, 20.000 opuscoli nei 9 Municipi e nei distretti di Polizia Locale
  • affissione di manifesti 3x6mt., manifesti nelle pensiline bus, locandine, cartelli informativi interni bus e manifesti alla fermate metro 
  • passaggi televisivi e radiofonici in ambito locale
  • pagine su carta stampata e quotidiani locali su web
  • pagina dedicata sul sito web istituzionale
  • adesivi con numero telefonico emergenze 112 e spedizione a tutte le famiglie in occasione della TARI.

Tutto il materiale riporta il QR code che rimanda al sito istituzionale per gli approfondimenti.

Inoltre il Centro Latte Rapallo – Latte Tigullio realizza gratuitamente, per la campagna anti truffe, 300.000 confezioni di latte intero pastorizzato da un litro, in cartoni customizzati dall’azienda Elopak Italia.

“Siamo orgogliosi – ha dichiarato Mario Restanodirettore marketing Centro Latte Tigullio – di essere al fianco del Corpo di Polizia Locale per promuovere l’importante campagna di sensibilizzazione antitruffa voluta dal Comune di Genova. Siamo soliti collaborare a queste iniziative per contribuire a diffondere la cultura della sicurezza in città. Diverse volte abbiamo partecipato attivamente ospitando messaggi di campagne sicurezza attraverso il nostro prodotto latte, diffuso capillarmente nelle famiglie genovesi. L’anno scorso – ha concluso il manager – abbiamo, ad esempio, promosso una campagna di sensibilizzazione contro il bullismo in collaborazione con l’arma dei Carabinieri del Comando Provinciale di Genova”.