Da vigile urbano a sindaco il passo è stato breve in quel di Riace in Calabria.
La scorsa primavera Antonio Trifoli, militante della Lega, era riuscito per solo un voto ad espugnare la roccaforte dell’accoglienza, dopo l’esilio del sindaco Mimmo Lucano. E a cancellare il “modello Riace”.
Trifoli aveva promesso un’amministrazione votata a trasparenza e legalità, ma a quanto pare proprio lui non avrebbe potuto neanche partecipare alle elezioni del 26 maggio. Secondo quanto stabilito dal tribunale di Locri, Antonio Trifoli era ineleggibile.
I giudici, infatti, hanno accolto i ricorsi presentati da Maria Spanò, ex candidata sindaco della lista “Il cielo sopra Riace” e da un gruppo di cittadini che contestavano la legittimità dell’elezione di Trifoli.
Motivo? Come dipendente a tempo determinato del Comune non aveva diritto ad accedere all’aspettativa non retribuita per motivi elettorali. In più, da vigile urbano secondo il Tuel non poteva candidarsi nel Comune in cui ha svolto le proprie mansioni. Argomentazioni sposate dai giudici di Locri che con una sentenza di 12 pagine hanno rispedito al mittente le giustificazioni di Trifoli.
Nonostante avesse firmato un contratto con l’amministrazione di Riace, tanto in pubblico come in giudizio il sindaco ha sempre tentato di far valere la propria condizione di ex Lsu-Lpu, dunque di lavoratore in carico alla Regione. Teorie che non hanno convinto i giudici, che in sentenza scrivono: “E’ netto lo spartiacque tra la condizione giuridica del lavoratore L.S.U. ed L.P.U. e colui il quale, nell’ambito di tale procedura occupazionale, viene stabilizzato con contratto a tempo determinato, come quello stipulato tra il Comune di Riace e il signor Trifoli”.
Traduzione, era in tutto e per tutto un dipendente a tempo determinato del Comune di Riace e per questo ineleggibile, dunque da dichiarare decaduto.
Non si tratta di un’ordinanza immediatamente esecutiva, la sua efficacia rimane sospesa fino alla celebrazione dell’eventuale appello. Tuttavia, anche la Prefettura si è costituita in giudizio contro Trifoli, forte di un parere del Viminale che lo definiva incandidabile, e adesso potrebbe decidere di non attendere i tempi della giustizia e procedere subito al commissariamento di Riace.