Offendono agenti della Polizia Locale su Facebook: querelate tre persone per diffamazione

Il comune di Cinisello Balsamo ha deciso di contrastare il fenomeno dei commenti d’odio sui social, “d’ora in poi nessuna offesa sarà più tollerata”.

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L’amministrazione comunale di Cinisello Balsamo, provincia di Milano, ha querelato con l’accusa penale di diffamazione tre persone, che nei giorni scorsi hanno offeso gli agenti della Polizia Locale sul famoso social network Facebook. I tre dovranno rispondere davanti al giudice dell’accusa di ingiuria a pubblico ufficiale.
Il provvedimento drastico è stato preso al fine di arginare il dilagare del fenomeno dell’odio da tastiera, così il Comune ha deciso di sanzionare tutti coloro che offendono le istituzioni e le forze dell’ordine.

Qualche settimana fa, l’assessore alla Sicurezza Bernardo Aiello aveva predisposto il mandato di querelare nei confronti di due cittadini cinisellesi, colpevoli di aver calunniato su Facebook gli agenti della municipale per futili motivi, ovvero dopo essere stati multati.
Gli interventi sanzionatori non hanno avuto l’effetto sperato, non sono riusciti ad arginare il crescente clima di odio e rabbia che è divampato in seguito ad un intervento degli agenti della municipale per un incidente stradale.

A seguito dell’operazione di soccorso, sotto un post pubblicato in un gruppo Facebook cittadino è apparsa una pioggia di insulti, molti dei quali contro il corpo della polizia locale, il quale è stato attaccato duramente per aver multato ingiustamente il pedone investito e non chi era alla guida della vettura, alludendo alla possibile conoscenza tra gli agenti e l’investitore.

Immediato l’intervento dell’amministrazione comunale che ha deciso di querelare, seduta stante, gli autori dei commenti maggiormente infamanti e irrispettosi. “Purtroppo si tratta di un fenomeno in continua crescita e basato su sentimenti di odio – ha affermato l’assessore alla Sicurezza Aiello – “D’ora in poi nessuna offesa sarà più tollerata, perché riteniamo che accuse false e diffamatorie alimentino inutilmente e pericolosamente la rabbia tra i cittadini”.