Novemila immobili che, di fatto, non esistono. Palazzi fantasma a cui corrispondono migliaia di case, e di cittadini, che non hanno un numero civico.
E a cui, di fatto, non è possibile notificare una multa o una cartella esattoriale perché nessuno riesce a individuare lo stabile con esattezza. Quindi, spesso, le contravvenzioni non si pagano.
Accade a Napoli e, secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno, il fenomeno è stato scoperto dopo gli studi compiuti dagli uffici comunali del vicesindaco del capoluogo campano, che ha anche la delega al bilancio e ai tributi.
Il piano d’azione
I numeri sono emersi dopo le analisi di Enrico Panini, che ha definito il caso “un fenomeno che incide fortemente sul dato dell’evasione”: “Stiamo completando le ultime verifiche, poi partiremo con i controlli e con le multe per i proprietari, in quanto è ovviamente contro la legge che un immobile non sia identificabile”.
E partirebbe proprio da questo punto un piano d’azione, condotto dai vigili urbani, chiamati a verificare l’esistenza dei numeri civici: “Ovviamente è impossibile avere novemila civici per fare altrettante notifiche ai proprietari degli immobili, a cui spetta assicurarsi della presenza dei numeri. Divideremo gli interventi per strade, con la polizia municipale che batterà a tappeto vie e vicoli dove il fenomeno è presente, dividendolo per zone”.
Le aree coinvolte sono diffuse a “macchia di leopardo”, ha specificato Panini, che però ha fatto sapere che esistono zone dove il fenomeno “è stato riscontrato maggiormente.”
Il caso dei passi carrabili
E oltre al caso dei civici, la lotta al “nero” passa anche dai passi carrabili, che ha generato, negli anni, un’evasione del tributo relativo. Lo scorso novembre, infatti, il Comune ha avviato controlli partendo da qui. Come ha spiegato il vice sindaco, in città, “ci sono 3.827 strade cittadine, eppure risultano attive soltanto 4.700 concessioni rilasciate per i passi carrabili, pari a poco più di un passo carraio presente per strada. I conti non tornano”.
Secondo il dossier aperto dall’assessore, la Corte dei Conti della Campania ha accusato il Comune di Napoli “di avere entrate non coerenti con il possibile gettito”. Perché “come risulta da controlli effettuati a campione e dalle verifiche eseguite grazie alla proiezione demografica sul territorio cittadino, è di almeno 30mila passi carrabili la reale situazione del territorio.
Ciò significherebbe una maggiore entrata annua di 10 milioni, l’equivalente di oltre il 70% della spesa per la refezione scolastica”. Secondo quanto spiegato dal responsabile del Comune, all’appello, di effettivi, ne mancherebbero circa 24mila. Come soluzione, multe per condomini o altri non in regola, che dovranno pagare il doppio dell’importo dovuto, comprensivo degli arretrati degli ultimi cinque anni. Cifre che vanno dai 6mila ai 20mila euro.
I morosi
Attenzione anche agli utenti che risultano morosi, cioè affittuari di diverse tipologie di immobili di proprietà comunale. Come alloggi Erp, locali a uso non abitativo, ex scuole, aree, suoli e fondi rustici. Il caso è emerso a fine dicembre, quando sono stati inviati loro 22mila “atti formali”.
“L’operazione”, chiarisce ancora Panini, “intende recuperare 160 milioni di debito contratto dagli utenti in 27 anni, da gennaio 1991 al mese di giugno 2018”.
Un’operazione che, secondo l’assessore, “comincia a dare i suoi frutti”: “Dopo due mesi dall’avvio delle diffide, l’intervenuto avrebbe ricevuto, a fine febbraio 2019, riscontro da circa seimila utenti, dei quali più della metà avrebbe richiesto di accedere al beneficio del piano di rateizzazione per il pagamento di quanto dovuto”.
Secondo i dati messi a disposizione dal Comune, “i primi effetti dell’incisività della lotta all’evasione” avrebbero mostrato, solo nel mese di dicembre, un saldo dei debiti di “685mila euro”.